Questo è un perfetto esempio
di come una sola parola (per essere
pignoli due) può rovinare un
romanzo.
Mi è bastato leggere un’espressione, una sola, per chiudere
il volume, spedirlo nel dimenticatoio e cominciare a leggere qualcos’altro,
senza alcun tipo di rimpianto. Oltretutto non ero arrivato nemmeno a pagina
dieci.
E non è che non mi piaccia Andrea Vitali, anzi, alcuni suoi libri
li ho apprezzati (anche se non tutti e qualche difettuccio ce l’ha anche lui),
ma in questo caso ha inserito nel romanzo una scempiaggine che non sopporto proprio, e questo è bastato per
dargli l’addio.
Sì, sono permalosetto, nevrotico
e pignolo, e allora?
Anzi, mi ero anche apprestato
a cominciare questo Bello, elegante e
con la fede al dito con molto tempo a disposizione e stato d’animo adeguatamente
tranquillo (ero in treno e del tutto
in orario, figuratevi) e avevo appena cominciato a delineare il protagonista
quando Vitali se ne esce con questo periodo:
“Durante la notte un vento forte e gelido, una sfacciata diagonale
d’aria, aveva scavalcato le Prealpi e scalciato via nuvole, foschia, umidità e quant’altro.”
Quant’altro? Quant’altro???!!!
Ma siamo pazzi?
“Quant’altro” è
un’espressione che odio anche in un
discorso parlato, figuriamoci in una frase scritta. In un romanzo, poi, secondo
me è del tutto inammissibile, oltre
che inconcepibile.
Un’espressione tipica del politichese sinistrorso di scarsa
fantasia e dialettica carente, adatta a quei politicanti che cercano di
sbrigarsela lasciando che a faticare siano le meningi dell’uditore, o ancora
peggio del lettore. Se vi capiterà sentir dire “quant’altro” da qualcuno, perlomeno
avrete inquadrato subito il soggetto. E non vi sbaglierete.
Uno scrittore ha l’obbligo
di descrivere al meglio le situazioni, di creare emozioni, non cercare di
cavarsela alla meno peggio con “quant’altro”. Mi ripugna anche scriverla io
stesso, questa scempiaggine.
Che poi, dopo nuvole, foschia
e umidità, cosa cazzo vuoi che ci sia ancora da scalciare via dall’aria ad opera del vento? Polvere? Acquerugiola?
Nevischio? Uccelli defunti? Smog? Nebbia? Cartacce? Foglie morte? Palloncini
sfuggiti di mano ai bambini? Bastava scriverlo.
Basta, ad Andrea Vitali ho inflitto la morte
letteraria. Sarà dura che lo rivedrete su queste pagine.
Il Lettore incazzereccio
Sai una cosa?
RispondiEliminaQuesto libro non l'ho nemmeno considerato per una mia lettura.
E' il titolo che racconta tutto!