Alla Biblioteca delle Nuvole insieme a Gourmet avevo preso anche un altro volume di fumetti: L’uomo della tundra, dello stesso
autore Jiro Taniguchi, stavolta in
versione solitaria.
Come solitari sono i suoi
protagonisti.
L’uomo
della tundra è una
raccolta di sei racconti a fumetti incentrati sul rapporto tra l'uomo e una
natura per lo più selvaggia. Tutti meno uno, che è prevalentemente
autobiografico e narra di un giovane fumettista agli esordi della sua carriera
alle prese con le difficoltà dell’andare a vivere da soli.
Nel rapporto con la natura Jiro Taniguchi sembra riesca a dare il
meglio di sé, dipingendo personaggi che restano a lungo nella coscienza. Tratteggiandoli
con la stessa delicatezza di cui ha dato prova Akira Kurosawa nel dirigere lo splendido Dersu Uzala, film a cui
sicuramente Taniguchi si è ispirato per sceneggiare i suoi fumetti.
Dal ricercatore subacqueo che
prova a scoprire e a raggiungere il mitico cimitero delle balene, al vecchio
cacciatore che intende vendicarsi del gigantesco orso che ha ucciso suo figlio,
all’esploratore nel quale si può riconoscere un giovane Jack London nel suo peregrinare in Alaska, la natura rimane sempre
la vera protagonista di questo albo. Incontaminata, spietata, misteriosa,
comandata da rigide regole crudeli.
Sul tratto e la sceneggiatura
non mi dilungherò, visto che ne avevo già parlato in Gourmet e non c’è nulla di diverso. Fatto sta che Taniguchi è
piacevole da leggere sia nelle rappresentazioni delle distese di una Tokio
sterminata brulicante di grattacieli che nei panorami naturali. La successione
delle scene è sempre pacata in una sceneggiatura ordinata e regolare e le
storie sono profonde e interessanti, che vuoi di più?
Il Lettore
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