venerdì 10 novembre 2017

L’uomo della tundra

Alla Biblioteca delle Nuvole insieme a Gourmet avevo preso anche un altro volume di fumetti: L’uomo della tundra, dello stesso autore Jiro Taniguchi, stavolta in versione solitaria.
Come solitari sono i suoi protagonisti.




L’uomo della tundra è una raccolta di sei racconti a fumetti incentrati sul rapporto tra l'uomo e una natura per lo più selvaggia. Tutti meno uno, che è prevalentemente autobiografico e narra di un giovane fumettista agli esordi della sua carriera alle prese con le difficoltà dell’andare a vivere da soli.
Nel rapporto con la natura Jiro Taniguchi sembra riesca a dare il meglio di sé, dipingendo personaggi che restano a lungo nella coscienza. Tratteggiandoli con la stessa delicatezza di cui ha dato prova Akira Kurosawa nel dirigere lo splendido Dersu Uzala, film a cui sicuramente Taniguchi si è ispirato per sceneggiare i suoi fumetti.
Dal ricercatore subacqueo che prova a scoprire e a raggiungere il mitico cimitero delle balene, al vecchio cacciatore che intende vendicarsi del gigantesco orso che ha ucciso suo figlio, all’esploratore nel quale si può riconoscere un giovane Jack London nel suo peregrinare in Alaska, la natura rimane sempre la vera protagonista di questo albo. Incontaminata, spietata, misteriosa, comandata da rigide regole crudeli.
Sul tratto e la sceneggiatura non mi dilungherò, visto che ne avevo già parlato in Gourmet e non c’è nulla di diverso. Fatto sta che Taniguchi è piacevole da leggere sia nelle rappresentazioni delle distese di una Tokio sterminata brulicante di grattacieli che nei panorami naturali. La successione delle scene è sempre pacata in una sceneggiatura ordinata e regolare e le storie sono profonde e interessanti, che vuoi di più?
Il Lettore 

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