Un altro Andrea Camilleri e, udite udite, anche il prossimo post sarà ancora su Camilleri!
È questo che può succedere
quando ti forniscono “pacchetti” di libri in formato digitale: ce li hai e non
puoi fare a meno di leggerli anche uno dopo l’altro nonostante siano dello
stesso autore.
Con il (brutto) libro
dell’ultima recensione avevo inaugurato l’ereader nuovo di pacca avuto in dono
dalla mia dolce consorte, e ho proseguito con una doppietta di A.C. perché in
entrambi i volumi il protagonista è Salvo
Montalbano.
Cominciamo con i racconti.
La
paura di Montalbano è un
libro di 5 + 1 racconti (chissà perché lo pubblicizzano dicendo che sono cinque
quando in realtà sono sei…). Tre brevi, uno dei quali dà il titolo alla
raccolta, e tre lunghi. Se volete potete anche chiamarli romanzi brevi, a
seconda di chi vede il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. La pubblicazione
del volume risale al 2003, e lo sfasamento temporale rispetto ai romanzi
attuali del maestro si sente parecchio sia perché la moneta in uso nei racconti
è ancora la lira, sia perché all’epoca Camilleri non adoperava un dialetto così
stretto come ha fatto negli ultimi romanzi.
Ma le differenze sostanziali
rispetto alle ultime pubblicazioni si fermano qui.
In questi racconti si può
ritrovare il Montalbano classico e
tutta la schiera dei suoi coprotagonisti in un gruppo di novelle coerenti (per
quanto lo possono essere tre brevi e tre lunghe) e piacevoli da leggere.
Basta, dirò qualcosina di più
nel prossimo post, visto che parlerà dello stesso argomento.
Il Lettore
Nessun commento:
Posta un commento