mercoledì 21 giugno 2017

La paura di Montalbano

Un altro Andrea Camilleri e, udite udite, anche il prossimo post sarà ancora su Camilleri!
È questo che può succedere quando ti forniscono “pacchetti” di libri in formato digitale: ce li hai e non puoi fare a meno di leggerli anche uno dopo l’altro nonostante siano dello stesso autore.
Con il (brutto) libro dell’ultima recensione avevo inaugurato l’ereader nuovo di pacca avuto in dono dalla mia dolce consorte, e ho proseguito con una doppietta di A.C. perché in entrambi i volumi il protagonista è Salvo Montalbano.
Cominciamo con i racconti.




La paura di Montalbano è un libro di 5 + 1 racconti (chissà perché lo pubblicizzano dicendo che sono cinque quando in realtà sono sei…). Tre brevi, uno dei quali dà il titolo alla raccolta, e tre lunghi. Se volete potete anche chiamarli romanzi brevi, a seconda di chi vede il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. La pubblicazione del volume risale al 2003, e lo sfasamento temporale rispetto ai romanzi attuali del maestro si sente parecchio sia perché la moneta in uso nei racconti è ancora la lira, sia perché all’epoca Camilleri non adoperava un dialetto così stretto come ha fatto negli ultimi romanzi.
Ma le differenze sostanziali rispetto alle ultime pubblicazioni si fermano qui.
In questi racconti si può ritrovare il Montalbano classico e tutta la schiera dei suoi coprotagonisti in un gruppo di novelle coerenti (per quanto lo possono essere tre brevi e tre lunghe) e piacevoli da leggere.
Basta, dirò qualcosina di più nel prossimo post, visto che parlerà dello stesso argomento.
Il Lettore 

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