Sono un po’ in ritardo sul
mio consueto ritmo di pubblicazione perché sto leggendo un romanzo,
consigliatomi da una lettrice di questo blog,
che mi sta dando la stessa sensazione provata nel guardare il film La sottile linea rossa.
Ve lo ricordate? Film di guerra
di qualche anno fa che ha ottenuto anche diverse candidature agli Oscar. Ero
insieme ad alcuni amici e tutti abbiamo provato la stessa sensazione: il film
inizia e tu speri che finisca
subito. Non che sia fatto male o che sia (veramente) brutto, ma tu non vedi l’ora
che finisca. Una scena si sussegue all’altra e tu non vuoi altro che tornartene
a casa. Colpo di scena, ti auguri che finalmente sia finito, ma no, altre scene
e altre avventure. Non termina mai, una dopo l’altra in un infinito susseguirsi
di nuove vicende. Ci trovavamo tutti sull’orlo dell’esasperazione. Ecco! È finito!
No, è un’ennesima finta, continuano ancora a combattere. Cominciamo ad alzarci
in piedi e qualcuno inizia col dire di scaraventare il lettore di DVD dalla
finestra. E ancora, e poi ancora, in un’interminabile sequela di riprese che ti
domandi come mai la guerra sia finita da un pezzo ma da questo cazzo di film
invece non si riesca a uscirne mai. Fino a che la butti sul ridere, ridi ogni
volta che pensi sia terminato e invece ricomincia, ridi e cominci a ipotizzare
dove ficcheresti al regista tutti gli Oscar che non ha vinto, uno dopo l’altro,
uno per ogni nuova scena, in una sfilza infinita di statuette che così
perlomeno si ricorda bene il perché alla fine non li ha vinti.
Quando il film è finalmente! terminato, a tarda notte, ha lasciato
tutti stremati, tanto da far fatica a scrivere il nome del regista, M-a-l-i-c-k,
sul libretto nero dei registi dai quali tenersi alla larga (nel mio libretto l’ho
segnato proprio accanto a Wenders).
Ecco, il libro che sto ancora
leggendo mi dà la stessa sensazione. Ma ve ne parlerò.
Per intanto ho trovato
qualcosa da Squizzalibrarvi.
1 – Il libro che dovrete
indovinare ha come tema la fantapolitica. Un po’ retrò, visto che la vicenda si
svolge negli anni ’70 e quindi di quegli anni c’è più poco da scoprire.
2 – La vicenda si svolge in
Italia in pieni anni di piombo, il protagonista
è italianissimo ― addirittura un colonnello
dei carabinieri ― e italiani sono la maggior parte degli altri personaggi.
3 – Perché ho tenuto a
precisare che la maggior parte dei protagonisti sono italiani come se fosse una cosa strana? Perché l’autore italiano non lo è: chi ha
scritto questo romanzo veniva dall’altra parte del mondo, nientedimeno che
dall’Australia. Ho detto veniva
perché purtroppo questo scrittore è morto, ma ha fatto in tempo a lasciarci una
ventina di buoni romanzi.
4 – E pure se australiano l’autore ha descritto in
modo mirabile una realtà tutta nostrana, tanto che, leggendo, non si direbbe proprio
che chi ha scritto quelle pagine è straniero.
5 – Nel titolo c’è il nome di
un animale che non siamo abituati a vedere tanto spesso. Australiano anch’esso?
No, più semplicemente è un animale che di solito preferisce starsene nascosto…
E speriamo che di quest’altro romanzo se ne veda la fine…
Freereader
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