sabato 20 settembre 2014

Lezioni (semiserie) di Scrittura Creativa: Settima Puntata


7 – L’INTERESSE
No, non voglio parlare di quell’arcana entità che in un tempo remoto ti davano in banca, ma dell’accezione del lemma che il dizionario Treccani riporta come “essere in mezzo; partecipare; «importare»”.
Per consentire a qualsiasi persona legga il tuo libro di arrivare fino in fondo è assolutamente necessario suscitare in essa quell’interesse che la stimoli di continuo a proseguire fino alla fine.
Il “partecipare” a ciò che leggi è quello che ti consente di continuare a leggere. Se la cosa che stai leggendo ti interessa, allora proseguirai nella lettura, altrimenti… (nel mio caso, la directory “testi valutati” del mio disco rigido è piena di romanzi abbandonati prima di essere giunto alla quarta pagina).
Piccola parentesi: un concetto del quale anche uno scrittore dovrebbe tenere conto è quello che in cinematografia è definito il ciclo dell’attenzione. Guardando un film (ma anche leggendo un libro), è stato appurato che la curva dell’attenzione di uno spettatore cinematografico medio possiede un andamento sinusoidale: essa cresce velocemente nei primi dieci minuti di visione, quindi comincia a decrescere fino al venticinquesimo minuto circa per poi risalire (sempre che ce ne sia motivo…) e replicarsi. Di conseguenza un autore dovrà rendersi conto che l’attenzione del suo pubblico sarà fluttuante e dipenderà strettamente da ciò che la lettura gli comunica. L’autore dovrà capire quando il suo testo rallenta e dovrà fare in modo di ravvivare l’attenzione del lettore al momento giusto inserendo scosse, svolte narrative o colpi di scena che permettano alla curva di risalire. Inserendo motivi di interesse.
Possibilmente l’interesse deve essere suscitato fin dall’inizio, fin dall’incipit (una delle prossime lezioni semiserie sarà dedicata a quest’argomento). Per fare un esempio vi riporto di nuovo l’incipit de Il mambo degli orsi, il romanzo di Joe Lansdale:
Quando arrivai da Leonard, la sera della vigilia di Natale, sullo stereo di casa sua c’erano i Kentucky Headhunters a tutto volume che cantavano The Ballad of Davy Crockett, e Leonard, come per una sorta di celebrazione natalizia, stava appiccando il fuoco ancora una volta alla casa accanto.”
Il  lettore ignaro non può assolutamente fare a meno di chiedersi: perché questo Leonard sta appiccando il fuoco “alla casa accanto”? E soprattutto, perché “ancora una volta”? E quelli invece che per aver letto i romanzi precedenti conoscono già le risposte ai due perché, non possono fare a meno di mettersi subito a ridere già da queste primissime battute. Ecco suscitato l’interesse fin dalle prime quattro righe, e ora la strada è in discesa.
Non è necessario che per suscitare l’interesse si debba per forza scrivere di argomenti profondi o eclatanti, non è indispensabile il minacciare olocausti nucleari  o insinuare il dubbio che Kate metta le corna a William. Anche l’argomento più banale può essere reso interessante e presentato in modo che susciti curiosità.
Prendiamo il semplice incipit di Sostiene Pereira, di Antonio Tabucchi:
Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d’estate.
Fin dalla prima riga scatta subito la domanda: chi è che Pereira ha conosciuto in un giorno d’estate? Naturalmente Tabucchi questo ce lo fa sapere solo dopo qualche pagina, quando già sono subentrati altri motivi d’interesse che consentono di proseguire. Se Tabucchi avesse iniziato il romanzo con:
Sostiene Pereira di aver conosciuto Pinco Pallino in un giorno d’estate.
come inizio non sarebbe stato altrettanto potente, non ci sarebbe stato nulla da scoprire, se non che il fatto fosse successo il 14 luglio o il 29 agosto.
Ma non è che sia imprescindibilmente necessario partire con un buon incipit, le ragioni per innescare curiosità possono anche essere diluite nel testo delle prime pagine e moltissimi grandi scrittori hanno operato in questo modo con successo: il capitoletto che costituisce il proemio a Il nome della rosa parla del ritrovamento di un manoscritto neanche tanto misterioso, ma quale lettore non resta incuriosito da un’antica pergamena? Nel corso delle prime pagine di Galàpagos, il romanzo di Kurt Vonnegut, si viene a sapere che un non specificato io narrante sta raccontando fatti successi un milione di anni prima, nel 1986… E come fai a non proseguire la lettura? Come può passarti la curiosità di sapere chi è questo enigmatico narratore che parla da un lontanissimo futuro? 
Una volta lasciato l’incipit alle spalle, si potrà fare ricorso a varie tecniche per inserire spunti di interesse qua e là nell’elaborato per risollevare l’attenzione indebolita del lettore. Queste tecniche, delle quali magari parlerò in modo più approfondito in lezioni semiserie ad esse dedicate, potranno essere:
coerenza e precisione – dove ciò significa la completa assenza di inesattezze e contraddizioni, che nauseano il lettore attento qualora se ne accorga;
inserimento di metonimìe – come anticipazioni velate di eventi che accadranno nel prosieguo;
ricorso alle ellissi – come ho già sostenuto nell’ultima lezione, lasciate che il lettore fatichi per scoprire le cose da solo;
show, don’t tell  il lettore che ama essere coinvolto gradirà che gli si mostri un personaggio che soffre, mentre non proverà alcun interesse per il personaggio del quale l’autore dice solamente che sta soffrendo.
Ma quali sono le cose che interessano? Praticamente tutte: anche una persona che dorme può essere presentata in modo che sia interessante, ma preferibilmente l’interesse si rivolge verso argomenti o tematiche che siano di carattere sufficientemente universale. Resta inteso che il rimanere incuriosito da uno scritto dipende anche dai gusti personali e dai propri interessi: il mio percorso di studi è stato prevalentemente scientifico, di conseguenza spesso amo leggere saggi su svariati argomenti a carattere scientifico che tedierebbero coloro che amano solo i romanzi, e viceversa.
Il problema è che arrivano in redazione molti scritti inerenti le proprie riflessioni personali sui problemi della vita: ecco, quelle non interessano proprio nessuno, salvo forse la madre dell’autore.

Lo Scrittore Insegnante

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