Dal momento che qualche
giorno fa ho bocciato Licia Colò per il suo modo di scrivere sugli animali, ho
pensato di fornire un esempio di
come andrebbero scritti i testi che trattano di animali.
Non solo, questo di Garth Stein che ho letto qualche tempo
fa è anche uno di quei libri il cui valore è inversamente proporzionale al
costo: per 6.50 euro vi portate a casa un romanzo che vi appassionerà non poco
e al quale di sicuro destinerete un posto d’onore nella vostra libreria
nonostante il suo formato economico e tascabile. Secondo me è pure molto meglio
di Io e Marley.
Se
tu sei il cane di un bravo meccanico
automobilistico con serie intenzioni di affermarsi nella carriera di pilota, è
giocoforza che ti chiami Enzo. Come Enzo
Ferrari.
Enzo è il protagonista narrante di questo
romanzo che sviscera tutti gli aspetti del rapporto uomo/cane: dall’amore
incondizionato del cane per il suo compagno umano all’amore dell’uomo per il
suo cane, il tutto visto in chiave canina e complicato dai tragici avvenimenti
attraverso i quali il protagonista umano sta transitando.
L’immedesimarsi dell’autore
nel cane narrante è riuscito benissimo e il tutto appare linearmente coerente e
di una leggibilità godibilissima nonostante la marcata antropomorfizzazione e
la classica struttura in cui i buoni prima soffrono passando tra mille
peripezie ma nel finale riescono a spuntarla: il libro è coinvolgente e
appassionante, e chiunque possieda o abbia posseduto un cane si ritroverà nel
rapporto tra i due protagonisti.
Certo, i pensieri del cane
che si rammarica di non poter parlare o di non avere il pollice opponibile sfiorano
la sdolcinatura, così come può apparire azzardata la smodata passione di Enzo
per le corse automobilistiche o il suo anelito di rinascere come uomo, ma vedrete
che nel complesso ci possono anche stare e contribuiscono a rendere il libro
commovente oltre che piacevole.
Per non togliervi il gusto
non posso dirvi come va a finire (e non credete che sia facile immaginarselo),
ma vi confesso che sull’ultimo capitolo è scesa qualche lacrima anche dai miei
occhi.
Quando leggo cose buone mi
emoziono anch’io.
Il Lettore
Nessun commento:
Posta un commento