mercoledì 23 ottobre 2013

Benedetta spocchia!

La Casa Editrice per la quale valuto i manoscritti inediti (gli scrittodattili, come li chiama  Stefano Benni), ha pubblicato sul proprio sito internet l’avvertimento di non spedire loro elaborati per alcuni mesi, e ciò perché oltre ad averne ancora in abbondanza da leggere, la situazione di crisi odierna costringe a centellinare gli investimenti.
Come stanno facendo molte altre case editrici.
Nonostante ciò, forse perché a qualcuno il significato delle parole scritte sfugge come nelle forme più gravi di dislessia, continua ad arrivare roba(ccia), quasi che l’avvertimento fosse rivolto a tutti gli altri ad eccezione dei mittenti stessi.
L’altro giorno l’Editore Sommo mi ha trasmesso un romanzo proditoriamente inoltratogli alla faccia del chiaro invito a non farlo, e il testo era affiancato da una lettera d’accompagnamento che con irritante presunzione diceva pressappoco così: “Ho letto che non accettate manoscritti, ma io ve lo invio comunque (!!!), perché… be’, leggetelo, e poi vedrete se non ho fatto bene ad inviarvelo lo stesso!”.

Incuriosito (e infastidito) da cotanta sicurezza di sé, ho aperto il file e mi sono messo a leggere…


Messaggio di servizio per l’Editore Sommo (so bene che stai leggendo il blog comodamente spaparanzato sulla tua poltrona girevole di fronte all’iMac): vorrei che tu rispondessi al Sig. XXXXX (l’autore dell’ultimo manoscritto che mi hai inviato), con le seguenti parole:
Egregio Signor XXXXX,
la professionalità di una casa editrice si misura anche valutando i manoscritti che pervengono nonostante l’esplicito consiglio a non spedirli. Le siamo grati del Suo interesse nei nostri confronti e, contestualmente al rimarcare in neretto nel nostro sito internet l’invito a non inviare elaborati, abbiamo esaminato attentamente il suo romanzo dal titolo YYYYY.
Ritengo che nel momento in cui un autore sia dotato della spocchia necessaria ad ignorare gli avvertimenti, questa spocchia dovrebbe essere obbligatoriamente supportata da una qualità di creazione ben al di sopra della media.
Mi duole doverLe comunicare che nel suo caso non è per nulla così. Anzi.
Il nostro Valutatore ha trovato una tale messe di bestialità nel suo manoscritto da minacciarci di sospendere il suo rapporto di collaborazione con la Casa Editrice qualora continuassimo a sottoporgli scempi del genere.
In particolare, fin dalle primissime pagine il manoscritto brilla per l’assenza di preposizioni semplici dove invece necessarie; inesplicabili passaggi temporali dei verbi (dal presente indicativo al passato remoto all’imperfetto e viceversa) all’interno dello stesso periodo; consonanti talora triple (abbbassamento) , ma a volte singole (disapunto, barzelette); dialoghi atroci, esclamazioni e/o espressioni idiomatiche stucchevoli e/o superflue parolacce all’interno degli stessi; interruzioni di frasi a metà del loro svolgimento; reiterati accenti aperti al posto di accenti gravi; inserimento di vocali accentate dove non necessario (piùttosto); mancanza di spazi dopo il punto; numerosi rovescini in battitura (davatni, voglere); molteplici lettere rimaste nella tastiera del computer (eclamò); rimandi a capo a metà di discorsi inconclusi; lettere maiuscole dimenticate; numerose virgole tra soggetto e predicato; unioni di lemmi quando dovrebbero essere separati (fuoriluogo); parole platealmente errate (inbarazzante); o con esuberanti aggiunte (contuinuo, prensenti); uso abnorme del punto esclamativo; elaborazione di neologismi francamente inutili (buosenso); e tutto ciò resta francamente incomprensibile a meno che Lei abbia volutamente disinserito la funzione di correzione automatica di Word.
Per non parlare dello stile (lasciamo proprio perdere, è meglio) e dei contenuti che, purtroppo per loro, non sono recepibili a causa dello sfacelo ortografico/grammaticale che costringe ad abbandonare la lettura dopo poche pagine.
Ma la cosa che più mi rende amareggiato è che Lei, con la sua spocchia, ha contribuito in modo inqualificabile a minare ulteriormente la nostra fiducia nel prossimo, condannando molti altri potenziali, buoni scrittori, a non essere letti, per il timore di rendere operative le concrete minacce del nostro prezioso Valutatore.
Nel salutarLa, La invito a risparmiarci una qualsiasi risposta: non verrà letta neppure quella.
Il suo, mancato, Editore.”
Il Valutatore

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