martedì 8 gennaio 2019

La strana biblioteca


Dal momento che del gigantesco romanzo storico che ho cominciato già da qualche tempo non sono ancora nemmeno a metà e, per la verità, un pochino mi sta pure stufando (per il carattere veramente pessimo e nefando del protagonista), ho deciso di concedermi un’altra tregua.
E chi meglio di Haruki Murakami? Per lo meno so che il suo stile mi piace.
Tra i files fornitimi dal mio hacker personale, insieme ad altri titoli del giapponese e in attesa che esca la seconda parte de L’assassinio delcommendatore, ho trovato questo La strana biblioteca e ho cominciato a leggerlo la mattina presto direttamente sul computer.
L’ho finito presto: è cortissimo.



Infatti è più un racconto lungo che un romanzo (qualcuno lo ha definito una favola, ma secondo me di fiabesco ha poco). Tanto è vero che quei volponi della Einaudi, per allungarlo e quindi renderne il costo più accettabile in libreria (ben 15 €), lo hanno corredato di numerose illustrazioni del disegnatore e fumettista romano Lorenzo Ceccotti (in arte LRNZ, che di solito lavora per la Bonelli. Che dire delle illustrazioni? Particolari, curate, in sfumature di grigio e di rosso, delicate, e inerenti le varie scene del racconto. Ma, in definitiva, dànno l’idea che stiano lì solo per rendere più corposo il numero di pagine).

E stavolta anche Murakami mi ha un pochino deluso. Per carità! Solito stile splendido e narrazione impeccabile, ma il racconto prende subito una piega di sovrannaturale con tendenza all’horror che non fa parte delle mie argomentazioni preferite. Non ho mai amato Lovecraft e seguaci.
La trama: un ragazzo entra in una biblioteca pubblica per rendere un libro e già che è lì chiede qualcosa sull’argomento La riscossione delle tasse nell’impero ottomano. Non l’avesse mai fatto! Tra atmosfere inquietanti e surreali viene condotto in labirintici e oscuri sotterranei dove personaggi misteriosi, biechi e poco raccomandabili lo incatenano rinchiuso in una cella e gli forniscono alcuni libri sull’argomento, con l’avvertenza che dovrà tutti impararli a memoria pena le più atroci sevizie, dopodiché il suo cervello sarà succhiato via (con una cannuccia) per finire in pasto al bibliotecario più truce.
ovvio che non accenno neppure a cosa succede poi al protagonista, per non togliervi il gusto di leggerlo, ma capirete comunque perché fin da subito non mi sia piaciuto nonostante lo stile sopraffino. Che poi, tutti gli accadimenti che succedono al protagonista sono sicuramente delle metafore con delle spiegazioni simboliche, ma vai a capire di che cosa. Sinceramente non avevo nessuna voglia di indagarci sopra.
Va be’. Se volete delle atmosfere alla Edgar Allan Poe leggetelo pure: perlomeno il come è scritto merita ampiamente.
Il Lettore

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