Okay. Questo era il ponderoso romanzo
storico di cui avevo iniziato la lettura.
Dopo aver passato mesi
a leggere e non essere arrivato nemmeno a metà ho deciso che era troppo
faticoso continuare.
Stavolta soprattutto per colpa del protagonista, uno dei
personaggi più famosi del ‘500, quell’Enrico
VIII che pur di avere un tornaconto personale passa sopra le persone come
uno schiacciasassi vibrante.
Dal momento che conosco già la sua storia, anche se non in tutti i
particolari, la curiosità di sapere
questi ultimi è stata soppiantata dalla repulsione
per l’estrema negatività dell’uomo.
Come dice il sottotitolo L’autobiografia di Enrico VIII annotata dal
buffone di corte Will Somers questo librone di più di 1000 pagine riporta
la biografia di Enrico VIII scritta da lui medesimo, con pochi e stringati
commenti del suo buffone personale. Perché l’abbiano fatta passare per scritta
da lui resterà un mistero.
In effetti sarebbe stato interessante venire a conoscenza delle
più nascoste ragioni per le quali questo re ha ripudiato/decapitato così tante mogli, ma dopo un po’ non se ne può
veramente più di questo sovrano rozzo e narcisista. Quasi a metà percorso sono
arrivato appena al punto in cui comincia a passargli la fregola per Anna Bolena, che delle mogli è solo la
seconda.
Non è che Margaret George
scriva male (anche se a metà libro il ritmo si fa più lento), stavolta è
proprio colpa del protagonista. In questo periodo non ho proprio bisogno di
personaggi negativi. Dopo aver glissato un poco con altri autori, l’ho ripreso
in mano scoprendo che non avevo nessuna voglia di terminarlo impiegandoci altri
mesi.
Basta. Addio Enrico VIII,
addio Margaret George, penso che ti
riprenderò in mano solo se scoprirò che hai scritto anche la biografia di
qualche comico (che non sia finito
male).
Il Lettore
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