giovedì 31 gennaio 2019

Il re e il suo giullare


Okay. Questo era il ponderoso romanzo storico di cui avevo iniziato la lettura.
Dopo aver passato mesi a leggere e non essere arrivato nemmeno a metà ho deciso che era troppo faticoso continuare.
Stavolta soprattutto per colpa del protagonista, uno dei personaggi più famosi del ‘500, quell’Enrico VIII che pur di avere un tornaconto personale passa sopra le persone come uno schiacciasassi vibrante.
Dal momento che conosco già la sua storia, anche se non in tutti i particolari, la curiosità di sapere questi ultimi è stata soppiantata dalla repulsione per l’estrema negatività dell’uomo.



Come dice il sottotitolo L’autobiografia di Enrico VIII annotata dal buffone di corte Will Somers questo librone di più di 1000 pagine riporta la biografia di Enrico VIII scritta da lui medesimo, con pochi e stringati commenti del suo buffone personale. Perché l’abbiano fatta passare per scritta da lui resterà un mistero.
In effetti sarebbe stato interessante venire a conoscenza delle più nascoste ragioni per le quali questo re ha ripudiato/decapitato così tante mogli, ma dopo un po’ non se ne può veramente più di questo sovrano rozzo e narcisista. Quasi a metà percorso sono arrivato appena al punto in cui comincia a passargli la fregola per Anna Bolena, che delle mogli è solo la seconda.
Non è che Margaret George scriva male (anche se a metà libro il ritmo si fa più lento), stavolta è proprio colpa del protagonista. In questo periodo non ho proprio bisogno di personaggi negativi. Dopo aver glissato un poco con altri autori, l’ho ripreso in mano scoprendo che non avevo nessuna voglia di terminarlo impiegandoci altri mesi.
Basta. Addio Enrico VIII, addio Margaret George, penso che ti riprenderò in mano solo se scoprirò che hai scritto anche la biografia di qualche comico (che non sia finito male).
Il Lettore



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