E continua l’efferato sfruttamento commerciale di nomi
illustri.
Invece di promuovere
personaggi nuovi e meritevoli (che non venderebbero), dopo Baldini & Castoldi stavolta è il turno di Einaudi di prendere un paio di nomi famosi, in questo caso ancora
vivi, arraffare da loro quattro paginette con poco senso e pubblicarle in un
volume il cui prezzo di copertina supera di molto il valore intrinseco.
Einaudi (o chi per loro) ha
ripescato due vecchi racconti di Haruki
Murakami, e nemmeno inediti, scritti nei primi anni ’80, li ha illustrati
con qualche schizzo di Igort (al
secolo Igor Tuveri — uno dei più
conosciuti disegnatori nostrani — probabilmente già sotto contratto con loro) et voilà!,
eccoti sfornato un volumetto di una sessantina di pagine alla modica cifra di
15 eurini.
Per due raccontini e qualche
scarabocchio. Complimenti.
C’è da dire che i due
racconti sono anche simpatici, anche
se non eccezionali, niente di che passare alla storia, parliamoci chiaro, ma
sono sempre frutto della penna di Haruki
Murakami che in questo caso ha immaginato dei rapinatori che spinti dalla
fame assaltano delle panetterie per estorcere non soldi ma del semplice pane
per placare i crampi. Queste ultime cinque parole sono un modesto inno alle
allitterazioni (e dagli…).
Niente di che. Ma scritti
bene e testimoni di quel mondo immaginifico un po’ fuori dagli schemi di Murakami
anche se risalgono a più di una trentina di anni fa.
Sui quattro schizzi di Igort poco da dire: sono proprio
quattro di numero e a qualcuno il suo tratto potrà anche piacere, ma a me non
entusiasma. Ho letto alcune sue opere a fumetti e devo dire che di certo si
esprime meglio quando lavora su una trama concreta e più lunga.
Comunque, tanto per restare
in casa nostra, sempre meglio di Zerocalcare.
Il Lettore
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