venerdì 6 ottobre 2017

A Londra con mia figlia (e Harry Styles)

L’altro giorno mi ha chiamato il mio pusher musicale dicendomi, visto che il precedente mi era piaciuto molto, che se avessi voluto leggerlo aveva sottomano un altro libro di Piersandro Pallavicini.
Non mi sono lasciato sfuggire l’occasione e ho combinato un appuntamento all’impronta, nel quale, scambiandoci chiacchiere sui nostri comuni hobbies (da quelli del tutto leciti a quelli dalla vaga impronta illegale, ma qui mi fermo) mi ha consegnato questo A Londra con mia figlia (e Harry Styles) affermando che se possibile lo aveva fatto ridere ancora più di quanto era successo con l’Ottolina.
Preso il libro, ho dato prova della mia assoluta ignoranza in materia di tendenze giovanili e di “musica” attuale e me ne sono uscito con l’ingenua domanda: “Ma chi cazzo è Harry Styles?”




La casa editrice Edt ha dato vita alla collana “Allacarta” nella quale “scrittori contemporanei raccontano il mondo attraverso il cibo. Ogni viaggio una storia. Ogni storia, un piatto.” Parole loro.
Piersandro Pallavicini ha quindi raccontato di Londra e dei viaggi che ci ha fatto con sua figlia Francesca. Lui alla ricerca di vecchi vinili e di una full immersion nella capitale della musica progressive degli anni ’70, cioè la Musica con la M maiuscola; lei con l’aspirazione di riuscire a incontrare il suo inarrivabile idolo (Harry Styles, appunto); entrambi nella speranza di riscontrare un cambiamento nella deprimente cucina inglese.
Al mattino le uova e il bacon della nostra landlady grondavano di strutto, guardare nella padella dove cucinava dava la stessa vertigine che spingere lo sguardo dentro una fossa biologica” rammenta Pallavicini riferendosi alla cucina della sua padrona di casa nel suo primo viaggio in Inghilterra. E in effetti lo scrittore ha notato diversi cambiamenti rispetto alla Londra di alcuni anni fa: tra le cose più importanti sottolinea che incredibilmente ha mangiato bene, e con costernazione ha dovuto arrendersi al fatto che i polverosi negozi di dischi nei quali scovare qualche rarità sono calati di numero.
Pallavicini fa un resoconto dettagliato di tutti i ristoranti che ha frequentato nel corso di quest’ultimo viaggio a Londra, dai più economici ai più cari, dai pubs ai ristorantini greasy spoon di Soho, che noi chiameremmo bettole, dal ristorante sul roof della Tate Modern a quello situato al 31°piano dell’Aqua Shard, dove il gusto del cibo di un ristorante di lusso è condito dal panorama della Londra sotto di te, descrivendone ogni piatto e riportandone persino il costo. Il tutto è supportato dalla costante analisi del rapporto padre-figlia, dodicenne che odia i pomodori e sempre in modalità sfotti-padre, alle cui impietose considerazioni sull’anzianità di “papi” Pallavicini ribatte pungendola sul vivo: “Nelle foto di un paio di anni fa Harry Styles era cotonato come la Lady di ferro, e da quando me ne sono accorto la somiglianza tra Styles e la Thatcher è diventata un mio tormentone bonariamente sfottitorio contro il suo idolo”.
La analisi gastronomiche sono continuamente intervallate da disamine musicali di canzoni e complessi che hanno marcato la vita dell’autore, fino ad abbinare degli specifici brani ai momenti più salienti del suo viaggio. Ovviamente tutti brani degli anni ’60 e ’70, che sottolineano quasi ogni passo che Pallavicini compie in quello che era il centro nevralgico assoluto della musica che adora. Come non commuoversi, sapendo che stai transitando per gli stessi luoghi dove hanno vissuto persone che hai idolatrato? A passare sotto la casa in cui ha abitato Roger Waters mentre stava componendo The dark side of the moon?
La commozione, fino alle lacrime, che prende sostando in contemplazione davanti al garage che un tempo era il Marquee club, sullo stesso marciapiede dove sicuramente più di una volta avranno trascorso la notte chiacchierando Peter Gabriel o Peter Hammill, nonché tutti i Led Zeppelin.
Si sente, quando uno scrive delle cose che ama.
Un libretto piacevole, veloce, redatto con l’umorismo simpatico proprio dell’autore. Ottimo per chi deve visitare Londra ed è interessato ai luoghi dove poter mangiare.
Ah, poi Francesca ci sarà riuscita a incontrare il suo idolo? Harry Styles, appunto (che incidentalmente sarebbe uno, il più celebre, dei componenti degli One Direction, personalmente mai visti né sentiti, NdF)?
Questo non ve lo dico, scopritevelo da soli.
Il Lettore 

Nessun commento:

Posta un commento