Chi non conosce Roald Dahl? Lo scrittore britannico di
origini norvegesi è conosciuto in tutto il mondo soprattutto per le sue opere
destinate a bambini e ragazzi. La maggior parte dei genitori avrà letto ai
propri figli, prima o poi, una delle sue storie, e sicuramente ogni bambino
avrà visto almeno uno dei film che sono stati tratti da esse.
E anche i “grandi” si saranno
gustati i libri e i film. Chi è che non ha parteggiato per Matilda 6 mitica? O non si è sentito riempire la bocca di acquolina
nella fabbrica di cioccolato di Willy
Wonka? O non si è lasciato trasportare nel fantastico in compagnia del Grande Gigante Gentile?
Ma Dahl non ha scritto solo
per bambini. Soprattutto nella sua produzione di racconti ve ne sono molti
destinati agli adulti, come i due inseriti in questa raccolta, minimale ma
godibile.
Non a caso sono stati uniti questi
due racconti per farne una raccolta: entrambi parlano di libri in modo
scanzonato e della catena che unisce chi scrive a chi poi compra la sua opera.
Il racconto che dà il titolo
al libro, Il libraio che imbrogliò l’Inghilterra,
è il migliore e racconta il sistema ingegnosissimo e plausibile inventato dal gestore
di una libreria per truffare i propri clienti. Sembra che Mr William Buggage non si affanni molto per tirare avanti la sua libreria,
non se ne cura nemmeno se qualcuno gli sgraffigna qualche volume, ma guadagna lo
stesso delle cifre consistenti semplicemente chiedendo i soldi a una categoria particolare di lettori. Fino a che arriva
chi scopre l’inghippo…
Il secondo, Lo scrittore automatico, è una sottile
presa in giro di alcuni scrittori e del mondo dell’editoria in genere. Del
resto che ci vuole a scrivere? Lo potrebbe fare anche una macchina, no?
Due racconti godibilissimi,
concreti anche nella fantasia e redatti con una prosa squisita, che non mancano
neppure del colpo di scena finale che in un racconto è un ingrediente
sostanziale. Lo stile di Dahl è fresco e intelligente, scorrevole e al grado
più alto della leggibilità, e gli scritti lasciano pienamente soddisfatti. Come
è successo anche a Frederick Forsyth
e a Ian Fleming, si vede che un’esperienza
diretta nel mondo dello spionaggio è
un’ottima scuola per diventare degli scrittori eccellenti.
Certo, resta il fatto che 6 o
7 euro per un librettino di sessanta pagine possono sembrare un po’ troppi, ma
perlomeno in questo caso la qualità dei contenuti c’è.
Il Lettore
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