Non è che avessi veramente
l’intenzione di leggere questo “libro”, soprattutto dopo le ultime esperienze
fatte con Luis Sepùlveda che mi
avevano veramente deluso, ma il fatto è che l’ho scoperto mentre stavo
rovistando nella directory di libri
in formato elettronico e dal momento che non ricordavo proprio di averlo ho
incominciato a leggerlo e dopo dieci minuti, quando stavo per abbandonarlo a
causa della stomachevole stucchevolezza, ho scoperto che era già terminato.
Però! Questo significa che il
prezzo di copertina del cartaceo, di ben dieci
euro per dieci minuti di lettura, rappresenta uno degli aspetti più sfacciatamente
esosi dell’editoria nostrana.
E non è nemmeno giustificato
dalla presenza delle illustrazioni di Simona
Mulazzani che personalmente non ho apprezzato molto, ma già, pure quelle
sono indirizzate a un pubblico di bambini.
Anche questo, così come Storia di una lumaca che scoprì
l’importanza della lentezza, è infatti un racconto per bambini (e nulla
più). Con la lumaca Sepùlveda ha voluto per l’appunto inneggiare alla lentezza
(non riuscendoci nemmeno), mentre la morale di questa favoletta è invece un elogio
dell’amicizia in tutte le sue sfaccettature (multietà, multietnica,
multirazziale e chi più ne ha ne metta).
Raccontino veramente melenso oltre
che retorico e breve, che in fondo non raggiunge altro scopo che quello di
farti rimpiangere di non
essere famoso, perché da famoso puoi permetterti di vendere in tutto il
mondo qualsiasi insulsa stronzata scritta in un paio d’ore.
Il Lettore per nulla famoso
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