venerdì 11 dicembre 2015

Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico

Non è che avessi veramente l’intenzione di leggere questo “libro”, soprattutto dopo le ultime esperienze fatte con Luis Sepùlveda che mi avevano veramente deluso, ma il fatto è che l’ho scoperto mentre stavo rovistando nella directory di libri in formato elettronico e dal momento che non ricordavo proprio di averlo ho incominciato a leggerlo e dopo dieci minuti, quando stavo per abbandonarlo a causa della stomachevole stucchevolezza, ho scoperto che era già terminato.
Però! Questo significa che il prezzo di copertina del cartaceo, di ben dieci euro per dieci minuti di lettura, rappresenta uno degli aspetti più sfacciatamente esosi dell’editoria nostrana.




E non è nemmeno giustificato dalla presenza delle illustrazioni di Simona Mulazzani che personalmente non ho apprezzato molto, ma già, pure quelle sono indirizzate a un pubblico di bambini.
Anche questo, così come Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, è infatti un racconto per bambini (e nulla più). Con la lumaca Sepùlveda ha voluto per l’appunto inneggiare alla lentezza (non riuscendoci nemmeno), mentre la morale di questa favoletta è invece un elogio dell’amicizia in tutte le sue sfaccettature (multietà, multietnica, multirazziale e chi più ne ha ne metta).
Raccontino veramente melenso oltre che retorico e breve, che in fondo non raggiunge altro scopo che quello di farti rimpiangere di non essere famoso, perché da famoso puoi permetterti di vendere in tutto il mondo qualsiasi insulsa stronzata scritta in un paio d’ore.
Il Lettore per nulla famoso

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