venerdì 16 ottobre 2015

L’assassino della porta accanto

Oggi ci occupiamo di un autrice pressoché sconosciuta, il cui romanzo mi è stato regalato da una cara amica ― che ringrazio pubblicamente ― con la richiesta: “L’ha scritto una mia amica… dimmi cosa ne pensi”.
Queste richieste, se da una parte mi gratificano perché significa che a qualcuno interessa il mio parere, dall’altra mi angosciano per diversi motivi. Primo: oddìo! Come sarà? Autrice sconosciuta = 99% di probabilità e oltre che il romanzo faccia schifo (da pregressa esperienza). Secondo: se il libro fosse una cagata, avrò il coraggio di dire alla mia amica la cruda verità? Terzo: nel caso, si offenderà? Sarà la fine ingloriosa di un’amicizia?




Sarà quel che sarà. Mi sono assunto l’obbligo di dire pane al pane e vino al vino e intendo mantenere la mia coerenza. In battaglia!
Ma fin dalle prime pagine la prosa di Manuela Dicati mi è apparsa semplice, fluida e accattivante tanto da permettermi di proseguire e ― udite! udite! ― persino arrivare in fondo al romanzo, cosa che ultimamente non era successa così spesso. Ciò potrebbe anche significare che l’autrice non l’ha scritto con lo scopo di partecipare a qualche premio letterario…
Fatto sta che il romanzo non è affatto male, anche i dialoghi sono scritti in modo credibile, si legge bene fino in fondo e non lascia delusi. Non che sia del tutto scevro da difetti dei quali parlerò tra poco, comunque, ma tutto sommato è un onesto buon lavoro, scritto bene, plausibile e che rispetta le aspettative del lettore. Scrivere un buon “giallo” non è affatto facile, perché bisogna tenere conto di una serie di veri e propri diktat codificati nel tempo come la plausibilità, l’invenzione, la coerenza, la conoscenza delle tecniche investigative e il saper mantenere viva la tensione narrativa, e molti cosiddetti “giallisti” o pubblicizzati tali (vedi il post su Alessia Gazzola) checché ne dicano le reclàme sono ben lontani dallo standard.
A Manuela Dicati invece tutto ciò è riuscito e ha confezionato un prodotto gradevole, anche se…
L’aspetto che nel romanzo mi ha dato più fastidio, senza peraltro stomacarmi al punto da sospendere la lettura, è la prolissità stucchevole della storia d’amore tra i due protagonisti, veramente mielosa oltre ogni sopportazione fino a sfociare in un tale tripudio di buoni sentimenti da costringerti a spararti subito una fiala di insulina. E nonostante questo sono riuscito a terminarlo. Del resto posso capire come questo che io considero un difetto possa essere invece gradito a un folto pubblico di lettori, lettrici, che privilegiano il lato romantico della situazione, ma mi domando come un buon editor non abbia consigliato l’autrice di tagliare almeno qualche decina di pagine.
Forse perché il lavoro editoriale non c'è stato, e questo si nota anche da altre piccole defaillances tipiche degli autori non professionisti che non sono state corrette. Del resto mi sono anche chiesto come una perfetta sconosciuta non raccomandata abbia potuto pubblicare con una casa editrice famosa, ma sarà la prima cosa che le chiederò se e quando la conoscerò di persona: come hai fatto? C’è stato un editing?
Quando scrivi un romanzo non puoi permetterti di dimenticare le cose che scrivi. Devi tenere in mente ogni particolare, per quanto minimo, dalla prima all’ultima pagina. Fosse anche il colore della camicia del coprotagonista che nomini in sesta pagina, se alla trecentesima il personaggio ancora non si è cambiato il colore della camicia deve essere lo stesso, non puoi permetterti di sostituirlo. Perché molti lettori se ne ricordano. Tu autore magari no perché hai cose più importanti a cui pensare, ma dovresti. Gli editor servono anche a questo. Purtroppo io sono uno che se la protagonista è dipinta con gli occhi verdi se lo ricorda, non possono diventare azzurri dopo qualche decina di pagine e poi tornare ancora verdi per intercessione divina come in questo caso succede a Michela. E non puoi tratteggiare l’incapacità di parlare di una persona affetta da ictus quando solo nella pagina precedente l’hai colta, entrando in una stanza, a “conversare amabilmente” con un altro visitatore. Inoltre, non so a chi sia venuta l’idea del titolo, ma perlomeno la casa editrice avrebbe dovuto sapere che esiste già almeno un altro giallo con lo stesso titolo, nonché un episodio della serie a fumetti Dylan Dog. E la scarsa cura pre-pubblicazione si riscontra anche nella presenza di diversi refusi.
Va be’, cose da poco, direte, e in effetti non sono così gravi: il romanzo si lascia leggere e non delude, solo che sarebbe bastata un po’ di cura in più per trasformarlo da “buono” in “ottimo”. Sarò anche curioso di leggere il prossimo, pensate un po’, sperando che l’autrice abbia riversato interamente in questo il suo empito sdolcinatorio…
Il Lettore 

10 commenti:

  1. Ciao. Eccomi qui, autrice del romanzo. Intanto grazie. Posso darti del tu?
    Se vuoi ti racconto in due righe la storia del romanzo e come sono arrivata alla grande casa editrice e chi ha scelto il titolo.
    Il romanzo è uscito come self a Gennaio del 2014 con il titolo: "Un Assassino nell'Ombra" da me scelto. Non era classificato come un giallo ma come romantic suspense ovvero, come saprai, un romanzo metà poliziesco e metà storia d'amore perché questo io scrivo: romance con elementi gialli o fantasy.
    Pubblicato come e-book e con una cover prettamente da romance, ha venduto tantissimo tanto da rimanere alto in classifica per parecchio ed ecco che la Newton Compton mi contatta, valuta il romanzo e ne acquista i diritti. Il romanzo viene tolto dal mercato il 31 Ottobre del 2014 per riapparire con nuovo titolo e cover il 1 Ottobre del 2015. I Titoli non li scelgono gli autori e nemmeno le cover e nemmeno il marketing, o meglio, non gli autori sconosciuti come me. Devo dire che per me il libro si chiamerà sempre "Un Assassino nell'Ombra". Per l'editing... se vuoi ne parliamo in privato così di qualsiasi altra domanda tu voglia farmi.
    Ti ringrazio di averlo letto e ringrazio l'amica in comune di avertelo regalato. Ti ringrazio del commento e delle critiche che se poi in privato vuoi ampliare sono dispostissima ad ascoltarti.
    Per il seguito... ecco, forse meglio se prepari dell'altra insulina perché appunto io scrivo romance e c'è anche un'altra cosa. L'Assassino della porta accanto è stato pubblicato ora ma è il mio secondo romanzo. Dopo di questo ne ho scritti altri due autopubblicati e un altro ancora in valutazione; quindi... ecco, in realtà il mio stile è leggermente cambiato in questo anno e mezzo. Se hai altre curiosità chiedi pure... mi trovi ovviamente sui social. Basta che mi googoli.

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  2. Ennò, 'sta storia dell'editing interessa anche a chi legge il blog, altro che ne parliamo in privato.
    :-)

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    1. Massimo... se vuoi mi trovi sui social e ne parliamo in pvt. Questa davvero non è la sede adatta. Poi volendo posso parlare in qualità di blogger e di autrice self che conosce tante autrici anche approdate a Newton o altre case editrici quindi diciamo che ne so qualcosa

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  3. Wow! L'autore stesso che interviene nella mia recensione, è un onore! Ciao Manuela e benvenuta, e grazie delle tue spiegazioni che mi chiariscono molte cose... in effetti quando prendi in mano il libro hai l'aspettativa di metterti a leggere un giallo, e trovare tutte quelle smancerie dà un po' fastidio (perdonami). Se fossi stato preparato da subito questo non sarebbe successo, anche se poi alla fine il giallo c'è e non rimani deluso. Comunque il discorso con le case editrici "grandi" mi interessa e quello che mi riveli è ciò che avevo immaginato. Comunque spero che avremo modo di conoscerci, anche tramite la nostra comune amica, e di proseguire il discorso sull'editing che in questa sede sarebbe troppo lungo.
    Per Massimo: non dubitare, ti terrò informato, magari con qualche post per farlo sapere anche a tutti gli altri che mi seguono.
    A presto!

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    1. "Wow! L'autore stesso che interviene nella mia recensione, è un onore!"
      :-) :-)
      Hai visto mai che ti tocca abituarti?
      :-) :-)

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  4. Magari... lo sai che mi farebbe piacere.

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  5. La nostra comune amica mi ha detto che prima mi regala un tuo libro e poi ci fa conoscere. Ho anche io un blog così magari "combattiamo"ad armi pari. ;)
    Non voglio dilungarmi in determinate cose però posso dire che ho insistito fino all'ultimo con la Casa editrice sul discorso di mettere bene in evidenza il discorso del romance (all'inizio volevano presentarlo come thriller e avevo i sudori freddi. Chiamarlo thriller è un insulto all'intelligenza del lettore). Le mie testuali parole in una mail mandata loro sono state: Così facendo attirate un pubblico, soprattutto maschile, che si taglierà le vene davanti a certe scene d'amore e davanti a protagonisti maschili creati basandosi su un modello che è quello di un certo genere letterario più propriamente femminile e che quindi rispecchia tale l'immaginario. D'altra parte allontanerete quel pubblico femminile che invece sogna queste smancerie. La tua recensione in parte mi ha fatto piacere perché i miei dubbi si son rivelati fondati. Comunque proverò nel seguito a limitarmi.

    Per il resto mi farebbe piacere se venissi a una mia presentazione. Ovviamente se hai voglia e tempo. Basta che non mi fai in pubblico la domanda sull'editing ;) :D Io sarei dovuta venire a una tua questa estate ma per problemi familiari non sono riuscita. Peccato!

    Concludo dicendo che il tuo blog è molto interessante. Complimenti!!!

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  6. Concordo con le tue affermazioni: è ciò che avevo pensato anch'io, e trovo che sia assurdo deviare le aspettative dei lettori cercando di interessare categorie più ampie fornendo informazioni sbagliate. Mi ripeto: il tuo romanzo si legge molto bene e non ce ne sarebbe stato proprio bisogno. Penso che di lettrici, e anche lettori, interessati al genere rosa ce ne siano parecchi, e come giustamente tu rilevi, con questa presentazione molti te li sei alienati.
    Grazie dell'invito: se potrò, verrò volentieri a una tua presentazione, fammi solo sapere dove e quando, e dammi l'indirizzo del tuo blog. Ti ringrazio per gli apprezzamenti, cerco solo di fare un lavoro onesto non contaminato dalle pubblicità fuorvianti... ciao!

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  7. a me era piaciuta molto la versione self ma io sono romantica e adoro ogni lavoro di Manuela ;) questo romantic suspense, in particolare, mi ha tenuta incollata al lettore fino alla fine. Ho sempre detto che Manuela è bravissima nel romance, ma si è destreggiata bene anche nella parte più "poliziesca", ovviamente però sarebbe assurdo definirlo thriller. Io preferivo il titolo e la cover originali ma ciò non toglie che chi si approccia a questo libro dovrebbe sapere che è un romantic suspense, non capisco perché la Newton non apra una collana apposta e tenti di rifilarlo tra i gialli XD

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