lunedì 8 giugno 2015

Breve storia di (quasi) tutto

Durante una giornata normale capitano quei momenti in cui uno non ha niente da fare, oppure nei quali il tempo a disposizione è troppo poco per qualsiasi cosa. In quei momenti di solito io leggo, e se la lettura di un libro nuovo è troppo impegnativa, allora prendo dalla libreria uno dei tanti libri che amo spesso rileggere, lo apro a caso, mi gusto quelle 4 o 5 pagine e lo ripongo senza neanche inserire un segnalibro.
Uno dei libri che in queste occasioni prendo spesso è Breve storia di (quasi) tutto, una via di mezzo tra un testo divulgativo e una storia delle scienze per profani, che Bill Bryson ha scritto nel 2003 dopo essersi reso conto di avere, mentre era in volo sopra l’Oceano Pacifico, la “consapevolezza di non sapere quasi nulla dell’unico pianeta sul quale mi sarebbe mai capitato di vivere”.




Sono considerazioni che ti fanno riflettere, e per Bryson il passare dal dire al fare è stato pressoché istantaneo: nel giro di un paio d’anni si è documentato, ha studiato e ha scritto questo compendio al quale ha messo il sottotitolo Capire le cose non è mai stato così facile. Una sciocchezzuola di quasi seicento pagine scritte fitte che ha vinto un mucchio di premi e ha venduto centinaia di migliaia di copie in tutto il mondo.
Di Bill Bryson avevo già parlato qui, e anche in questo libro, come negli altri, la sua verve non si smentisce e permette di gustarsi tutta la mole del volume con piacere. Bryson parte niente di meno che dal Big Bang per spiegare quanto più sia possibile di questa nostra terra: come si è formata, di cosa è fatta, chi la abita, dove sta andando, toccando materie scientifiche che vanno dall’astronomia alla chimica, dalla geologia all’antropologia, dall’evoluzionismo alla fisica nucleare alla biologia per finire con la meccanica delle particelle, Il tutto condito da brevi e divertenti biografie degli scienziati che hanno contribuito alle più  varie scoperte, e con il suo solito umorismo che ti rende leggeri anche concetti altrimenti ostici da mandare giù.
I soliti pignoli hanno riscontrato come l’autore sia incorso in qualche errore qua e là, ma da parte di un non-scienziato questo si può anche perdonare, e in ogni caso cosa vuoi che cambi, per uno a cui magari interessa sapere solo il concetto e l’ordine di grandezza, se la Terra pesa 6.000, o 6.500, miliardi di miliardi di tonnellate? Quello che conta è la divulgazione con divertimento, il permettere al maggior numero di persone possibile di avvicinarsi a concetti finora appannaggio solo degli scienziati; per i dati precisi ci si potrà sempre rivolgere alle pubblicazioni specializzate. L’importante è incuriosire per permettere di approfondire.
E ciò a Bryson è riuscito benissimo in tutti i suoi libri che conosco.
Questo è un testo che tutti dovrebbero leggere, soprattutto coloro (mi riferisco in particolare a molti statunitensi i cui  sistemi scolastici sono oltremodo viziati) che negano molte teorie scientifiche perché sono in contrasto con gli insegnamenti religiosi che sono loro stati inculcati. Da persona che ha sostenuto gli esami di paleontologia, a un avversore dell’evoluzionismo posso tranquillamente controbattere: io posso portarti decine di migliaia di prove di quanto sostengo; tu portamene una, una sola, che neghi i fatti in cui credo. Solo allora ne potremo riparlare.
Il Lettore scienziato

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