venerdì 20 marzo 2015

Sold out – Tutto venduto

Non so nemmeno io come mai sono riuscito ad arrivare in fondo a questo romanzo di Roberto Baravalle, dal momento che sono stato sul punto di abbandonarlo parecchie volte, ma pur soffrendo ogni volta mi sono detto ma no, via, voglio vedere come va a finire, ancora un paio di pagine… ancora altre due…




Il fatto è che ero rimasto incuriosito dal plot intrigante: un commerciantucolo di mezza tacca si imbatte quasi per caso in due tele originali di Jackson Pollock che il pittore aveva dipinto in preda ad un raptus nel corso di una sua permanenza sulla riviera ligure, e delle quali l’ignaro proprietario ignora del tutto il valore reale (notare che più che un’allitterazione è un vero e proprio anagramma…). Il faccendone riesce quindi ad acquistare i due quadri per una cretinata, e da qui parte il suo tentativo di riuscire a guadagnarci sopra i miliardi (in lire) che esse valgono a tutti gli effetti.
Ma il mercato internazionale dell’arte figurativa è simile a una jungla popolata per lo più da predatori al cui confronto un coccodrillo è un animaletto da compagnia, e il povero e sfigato mercante si trova di fronte squali navigati e spietati sicari, per non parlare della mafia e delle forze dell’ordine.
In effetti le premesse per far nascere un thriller, come è stato pubblicizzato quando è uscito qualche anno fa, c’erano tutte e ne poteva anche derivare un bel romanzo, ma così non è stato.
Il fatto è che Roberto Baravalle si perde in una miriade di rivoli accessori alla narrazione principale che annoiano e distraggono, oltre che in una serie di piccole sviste tecniche delle quali ti accorgi a poco a poco e che tutte insieme contribuiscono a farti perdere l’interesse.
I personaggi: in un primo momento il romanzo sembra avere un protagonista al quale il lettore non riesce ad affezionarsi, poi diventa chiaro che i protagonisti sono più di uno, anzi, parecchi, anzi, decisamente troppi. Fino ad oltre metà libro continuano ad entrare in scena nuovi personaggi l’ultimo dei quali compare a pag. 175 delle 200 complessive. Alcuni di questi personaggi vengono approfonditi e altri no, senza che di questo sia fornita una ragione utile ai fini della trama, ma della maggior parte l’autore si sente obbligato a fornire una piccola scheda biografica il più delle volte superflua. E quando i personaggi sono troppi e si salta in continuazione dall’uno all’altro dopo un po’ non se ne può più.
Oltre tutto i personaggi di fantasia sono mescolati a fatti e persone reali della recente storia italiana, per definire un inserimento temporale, e il tutto allo scopo di dare un panorama del mondo del mercato d’arte internazionale nel corso degli anni ’90. In questo l’autore c’è riuscito anche, ma sarebbe bastato che si fosse limitato a descrivere un’arena piena di galli da combattimento pompati di steroidi, sarebbe risultato più incisivo.
Lo stile della narrazione è freddo e distaccato; sa tanto di: adesso copio pari pari la tecnica dei thriller americani, con tanto di reiterati e poco giustificati omicidi, ma quando cominci a incontrare, in un contesto moderno, termini arcaici come “finanche”, e ti imbatti in  diverse virgole tra soggetto e predicato, allora ti rendi conto che il lavoro di editing è stato abbastanza scarso se non nullo, e capisci che non ne vale proprio la pena.
Ma perché sono arrivato in fondo? Ah già, perché volevo sapere che fine avrebbero fatto i due Pollock, ma anche su questo fronte non c’è stata soddisfazione per la scarsità di tensione narrativa e la mancanza di veri e propri colpi di scena. Peccato, un buon plot ― anche se non del tutto originale ― che avrebbe potuto essere sfruttato meglio.
Il Lettore insoddisfatto

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