Come
già sapete io guardo la
televisione molto poco, e in ogni caso il palinsesto della rete nazionale
rientra sempre più di rado nelle scelte del mio zapping. Tantomeno rubriche come Billy, della quale ho già parlato
su queste pagine, o come Doreciakgulp, nelle quali vengono promossi
esclusivamente prodotti e personaggi cari ai vertici aziendali di mamma Rai.
Di conseguenza, il fatto
che la prefazione del volume che mi era stato appena consegnato dall’autore,
con tanto di dedica personalizzata, fosse scritta da Vincenzo Mollica, ha costituito per me più un punto negativo che un
ulteriore motivo di pregio.
Ma andiamo con ordine.
Stavo prendendo parte a una
piacevole cena insieme a una variegata congrega di persone: amici, artisti, collezionisti,
disegnatori celebri e ben due editori piuttosto noti a livello nazionale e
oltre. Discorrevo del più e del meno con Sergio
Cavallerin, e quando gli ho rivelato l’esistenza di questo blog lui in un attimo ha fatto comparire
dal nulla questo volume, con tanto di dedica personalizzata, e me lo ha
consegnato.
«Bene!» ha esclamato, «così
me lo recensisci.»
Sono rimasto impietrito.
Eccolo, il momento più temuto da qualsiasi libero recensore:
come fai a mantenerti un libero
recensore se l’autore stesso ti onora con il regalo di un libro, con tanto di
dedica personalizzata? E se costui è
anche un amico, e un artista poliedrico, e per di più un editore famoso? E non basta:
era lui ad offrire la cena!
Nell’eventualità – siate sinceri
− voi lo avreste il coraggio di parlare
male del suo libro nonostante tutto questo?
Capirete che il momento è
stato alquanto imbarazzante. Ho cercato di sdrammatizzare scherzandoci sopra:
«Guarda che non faccio
favoritismi, se non mi piace te lo stronco» ho detto con un sorriso.
«Tu fammi sapere cosa ne
pensi» mi ha risposto tranquillo Sergio. «Ho solo voluto fare un omaggio alle
Donne.»
Un omaggio alle Donne.
Per fortuna esiste ancora
qualcuno che fa loro degli omaggi,
invece che picchiarle, sfruttarle, brutalizzarle o ignorarle. Resta però un
angoscioso dilemma: e se il libro non mi piacesse?
Ma una volta cominciato a
sfogliarlo mi sono subito reso conto che non avrei dovuto dubitare di
un’artista le cui tavole così particolari sui gatti mi avevano già colpito in passato. Oltre che come disegnatore, in questo caso Sergio ha
rivelato al mondo anche la sua bravura come fotografo, a partire dall’immagine stupenda di copertina con quegli
occhi che tengono incatenato lo sguardo dell’osservatore con un flusso
magnetico dal quale è difficile disincagliarsi. Misteriose e lucenti. E misteriosi e lucenti lo sono davvero quegli
occhi fissi su di te a trasmetterti tutto il senso intrigante e sfuggente della
loro appartenenza all’anima di una donna. Sfuggente per noi uomini, beninteso.
Io non saprò mai recensire
un libro fotografico come riuscirebbe a fare un critico professionista – posseggo
solo in parte il background culturale
e non ho abbastanza confidenza con il lessico arzigogolato necessario a una
tale operazione – ma spesso mi riesce di individuare il punctum che fornisce significato a una bella immagine: un seno acerbo che spunta da una tenda
socchiusa; due chiari e minuscoli corpi
nudi sullo sfondo di una maestosa e incombente scogliera; i significanti diversi all’interno di
un’immagine che trasmettono lo stesso messaggio; l’incavo profondo tra due natiche fasciate da un abito da sera; le espressioni pensose che emergono da
spiragli improvvisati; le assonanze
tonali tra soggetti disparati; lo sguardo
di un’anziana donna perso verso il passato; e riconosco un omaggio a Doisneau nella bellezza di in un bacio riflesso, e altri inchini nei confronti di grandi autori
in geometrie pavimentali o in strade che sfumano verso l’orizzonte.
Fotografie davvero belle, arte allo stato puro, scattate e
confezionate con cura e proposte in un bianco/nero forte di contrasti tanto
spinti da rendere a volte i bianchi sovraesposti, con sfumature e sfocature
intenzionali che sottolineano e fanno risaltare il gioco degli sguardi.
Bravo Sergio, fa sempre un
grande piacere quando scopri che un amico ha fatto un ottimo lavoro.
E per una volta sono
costretto a dare ragione a Mollica…
Il Lettore fotografo
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