Ho davanti agli occhi una
stampa originale che ho appena appeso alla parete della sala.
In bianco/nero formato 29 x
42, con in basso a sinistra e in rosso la scritta 1/50, uno di cinquanta, e a
destra la firma dell’autore: Kuiry.
Un bianco/nero contrastato,
con pochi toni di grigio. Inchiostro lucido su carta di qualità. Una scritta tratta
dal Cantico (Laudato sì mi signore…) a
scolpire una cornice al disegno che rappresenta un San Francesco minuscolo appoggiato al suo bastone, in basso
sulla destra, di notte, seduto chino davanti ad un fuoco di sterpi il cui fumo sale
leggero verso un cielo terso e stellato.
Sembra stanco.
Sulla sinistra un ruscello,
un contrasto nero sulla neve, una ferita aperta sulla terra; e tutt’intorno un
bosco cupo, spettrale, di alberi dai rami spogli e scheletrici: sembrano
secchi, abbandonati, congelati da un inverno duro dal quale il viaggiatore
cerca un riparo impossibile da trovare.
Sullo sfondo una fortezza
incombente, enorme, misteriosa, rischiarata da una falce di luna bianchissima, che
sovrasta la figura del Santo e conferisce un tono pauroso e quasi opprimente dal
quale Francesco non sembra essere per nulla intimorito.
Anzi.
Nonostante la mole
oppressiva dietro di lui, dalla figura incappucciata traspira una sensazione di tranquillità,
di pace, di accettazione di una notte mistica e solenne che rasserena l’animo e
ti consiglia di sentirti in pace con te stesso, sempre, sia nel corso delle
pause che durante il percorso di qualsiasi cammino tu ti accinga ad
intraprendere.
Quando l’ho vista esposta
su una parete di Palazzo Penna insieme alle altre tavole della mostra Drawing Masters, nella sezione dedicata
ad un omaggio da parte dei disegnatori umbri alla figura di San Francesco, tra una quantità di opere
splendide è stato da subito il disegno che più mi ha colpito. Chissà, forse per
quella scelta di rendere il Santo piccolissimo, assorto nei suoi pensieri,
apparentemente inscalfibile dalla potenziale minaccia del bosco e della fortezza
alle sue spalle.
E poi basta, quando un
disegno ti colpisce ti colpisce. C’è poco da parlarne. C’è poco da cercare
allegorie. Qualche volta non sai spiegarne nemmeno tu stesso le ragioni.
Fatto sta che quando ho rivelato
all’autore i miei pensieri, in un attimo lui mi ha regalato la stampa, tanto
bene la 1/50.
Che dire?
Grazie.
Lo Scrittore
Che dire?
RispondiEliminaE' un piacere. Grazie.