lunedì 11 giugno 2018

L’ultima caccia


Ed eccoci ad un altro romanzo di Joe R. Lansdale. Un romanzo breve, o racconto lungo che dir si voglia, l’ennesima chicca dello scrittore texano. Un romanzo di formazione come molti altri che Lansdale ha scritto, dedicato all’essere adolescenti in procinto di diventare adulti. Un romanzo adattissimo per ragazzi.
Forse è per questo che Lansdale per una volta ha messo da una parte le parolacce e il linguaggio scurrile.



Richard Dale è un quindicenne texano ai tempi della grande depressione. Con il suo amico di colore Abraham si imbarca in una caccia al cinghiale che ha massacrato i suoi cani e terrificato sua madre incinta di un suo nuovo fratello. Un cinghiale gigantesco, vecchio, cattivo e spaventoso che si è già reso responsabile di altre uccisioni ed è temuto da tutti.
Quelle impronte erano grandi quasi quanto la mano di un uomo corpulento ed erano impronte di cinghiale. Non dovetti pensarci sopra a lungo per capire che quella che stavo osservando era opera del Vecchio Satana, il Cinghiale del demonio”.
A dir loro come devono condurre la caccia c’è il nonno di Abraham, il vecchissimo Pharaoh, un ultracentenario a cui il Vecchio Satana ha distrutto le gambe ed è costretto ad essere trascinato in giro su un carretto trainato da un maiale.
Gli ingredienti ci sono tutti: due ragazzi che stanno crescendo, un essere che incute timore, il coraggio di cui riempirsi, la paura da allontanare, il piacere della caccia, l’incombenza della morte, un vecchio mentore da cui essere guidati, la trasformazione dei due adolescenti in uomini.
E ci sono anche le tecniche di scrittura: contestualizzazione esauriente, ritmo serrato, descrizioni precise, metonimie accurate. Un’altra piccola perla del creatore di Hap e Leonard.
Per scrivere la quale Lansdale è ricorso ai ricordi personali: l’ambiente del sud degli Stati Uniti è quello della sua infanzia (con solo una quarantina d’anni di differenza che non sono poi  così significativi), così come la povertà e i vicini di casa; il padre del giovane Richard, per arrotondare i magri introiti di famiglia, fa il lottatore nelle fiere di paese così come ha fatto lo stesso padre dello scrittore; gli animali e la natura che circondano i due ragazzi sono gli stessi che hanno fatto compagnia allo scrittore nella sua giovinezza.
Un bel romanzo, e ai fini del piacere di lettura non importa poi così tanto che il finale sia scontato fin dall’inizio.
Il Lettore

Nessun commento:

Posta un commento