lunedì 18 dicembre 2017

La teoria del tutto

Dedichiamoci a qualcosa di serio. Di Stephen Hawking già possiedo e a suo tempo avevo letto con interesse Dal Big Bang ai buchi neri, e questo La Teoria del Tutto è un po’ la summa del suo pensiero.
Così come è la summa del pensiero della stragrande maggioranza degli attuali astrofisici, nonché dei fisici teorici e dei fisici esperti in meccanica quantistica. E perché no, anche dei maggiori astrologi, oroscopisti, teologi e di qualche altro ciarlatano di quelli che infestano le trasmissioni televisive di divulgazione scientifica. Compendio sì, ma un po’ risicato.
Perché? Perché il più famoso fisico al momento vivente ammette tranquillamente in questo libro (dal sottotitolo esplicativo Origine e destino dell’universo), oltre ai propri errori, che i passi avanti compiuti da quando aveva scritto il libro precedente sono stati ben pochi. Praticamente zero. Come è nato il mondo? Come si evolverà? Quasi tutto è possibile, fatevi pure avanti, si accettano scommesse.




In questo trattato divulgativo Hawking ripercorre le teorie che aveva già espresso in Dal Big Bang ai buchi neri, completandole appena un pochetto, solo in via teorica e sulla base di ipotesi per nulla suffragate da fatti riscontrati sperimentalmente. Approfondisce di poco il concetto di singolarità e ribadisce il dubbio se l’universo abbia dei confini o meno, ma in sostanza non apporta nessuna nuova idea che possa far luce sulle problematiche che da sempre ci affliggono.
In pratica non dice nulla di nuovo, ma lo dice molto bene. Con una chiarezza che è difficile poter applicare a concetti così astrusi come le variazioni di densità all’interno di un buco nero o le fluttuazioni del continuum spaziotemporale. Qualcuno cinico come me potrebbe attribuire questa limpidezza di esposizione all’obbligata lentezza di scrittura di Hawking, solo dieci parole al minuto, che gli permette di riflettere a fondo su tutto ciò che afferma. Fatto sta che il libro si legge benissimo, nonostante i concetti difficili, e permette di lanciare uno sguardo all’interno di una delle menti più acute dei nostri tempi.
Il problema è che, come avevo detto in qualche altro post, oltre la sua ideazione, sulla fisica quantistica se ne sa quasi nulla di più, e sull’esistenza o meno di un Dio creatore di tutte le cose ognuno è libero di pensarla come meglio crede. Tant’è vero che lo stesso autore preferisce non sbilanciarsi lasciando spalancata ogni porta.
Nonostante l’identico titolo, questo libro non deve essere confuso con il film che ne è stato liberamente tratto e che è imperniato invece sulla biografia di Stephen Hawking, e per il quale il bravissimo Eddie Remayne ha ottenuto l’Oscar del 2015 come miglior attore protagonista. Comunque molto bello anche il film, nel quale il modello inglese ha saputo rendere l’inabilità di Hawking in modo stupefacente.
Il Lettore 

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