Dedichiamoci a qualcosa di
serio. Di Stephen Hawking già
possiedo e a suo tempo avevo letto con interesse Dal Big Bang ai buchi neri, e questo La Teoria del Tutto è un po’ la summa
del suo pensiero.
Così come è la summa del pensiero della stragrande maggioranza degli attuali astrofisici,
nonché dei fisici teorici e dei fisici esperti in meccanica quantistica. E
perché no, anche dei maggiori astrologi, oroscopisti, teologi e di qualche
altro ciarlatano di quelli che infestano le trasmissioni televisive di
divulgazione scientifica. Compendio sì, ma un po’ risicato.
Perché? Perché il più famoso
fisico al momento vivente ammette tranquillamente in questo libro (dal sottotitolo
esplicativo Origine e destino dell’universo),
oltre ai propri errori, che i passi avanti compiuti da quando aveva scritto il
libro precedente sono stati ben pochi. Praticamente zero. Come è nato il mondo?
Come si evolverà? Quasi tutto è possibile, fatevi pure avanti, si accettano
scommesse.
In questo trattato
divulgativo Hawking ripercorre le teorie
che aveva già espresso in Dal Big Bang
ai buchi neri, completandole appena un pochetto, solo in via teorica e
sulla base di ipotesi per nulla suffragate da fatti riscontrati
sperimentalmente. Approfondisce di poco il concetto di singolarità e ribadisce il dubbio se l’universo abbia dei confini o meno, ma in sostanza non
apporta nessuna nuova idea che possa
far luce sulle problematiche che da sempre ci affliggono.
In pratica non dice nulla di
nuovo, ma lo dice molto bene. Con
una chiarezza che è difficile poter
applicare a concetti così astrusi come le variazioni di densità all’interno di
un buco nero o le fluttuazioni del continuum
spaziotemporale. Qualcuno cinico come me potrebbe attribuire questa limpidezza
di esposizione all’obbligata lentezza
di scrittura di Hawking, solo dieci
parole al minuto, che gli permette di riflettere a fondo su tutto ciò che
afferma. Fatto sta che il libro si legge benissimo, nonostante i concetti
difficili, e permette di lanciare uno sguardo all’interno di una delle menti
più acute dei nostri tempi.
Il problema è che, come avevo
detto in qualche altro post, oltre la
sua ideazione, sulla fisica quantistica
se ne sa quasi nulla di più, e sull’esistenza
o meno di un Dio creatore di tutte le cose ognuno è libero di pensarla come meglio
crede. Tant’è vero che lo stesso autore preferisce non sbilanciarsi lasciando spalancata
ogni porta.
Nonostante l’identico titolo, questo libro non deve
essere confuso con il film che ne è
stato liberamente tratto e che è imperniato invece sulla biografia di Stephen Hawking, e per il quale il
bravissimo Eddie Remayne ha ottenuto
l’Oscar del 2015 come miglior attore protagonista. Comunque molto bello anche
il film, nel quale il modello inglese
ha saputo rendere l’inabilità di Hawking in modo stupefacente.
Il Lettore
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