domenica 17 settembre 2017

I guardiani

Il nuovo filone a cui ha dato vita Maurizio De Giovanni è del tutto diverso dai precedenti. Non vi si parla di polizia, né ai tempi nostri né tantomeno ai tempi del fascismo, né si parla di partite di pallone. E che cosa c’è a Napoli di interessante oltre ai fatti criminali e al calcio?
Ma il Vesuvio, naturalmente.




La geologia di Napoli assume un ruolo rilevante in questo romanzo che a quanto pare dovrebbe essere la prima uscita di una serie sia letteraria che televisiva. Questo ciò che ho scoperto quando sono andato a informarmi, ma anche solamente leggendo il romanzo si capisce subito che deve per forza esserci un seguito, perché la vicenda non solo non finisce, ma lascia tutti gli interrogativi in sospeso facendoti sentire alla fine come una pera cotta. E adesso che succede? E questo chi è? E quest’altro che fine fa?
Niente, il buon Maurizio ti crea un mucchio di curiosità e non te ne risolve una. Ti costringe ad aspettare come minimo una seconda puntata. E speriamo che quest’ultima esca prima della serie televisiva.
In compenso la scrittura è buona come quella alla quale ci ha abituato, con frequenti incursioni nel narrare in prima persona in pagine che al primo impatto non riesci a distinguere se siano riflessioni, monologhi o dialoghi, né tantomeno capisci chi è che sta parlando.
Alcune cose si comprendono andando avanti, altre si ipotizzano, altre ancora boh?, non si riesce proprio a capire dove voglia andare a parare.
Al di là dei quattro principali protagonisti “normali”, questa volta De Giovanni ha tirato in ballo anche I Guardiani, esseri praticamente immortali incaricati di sorvegliare e tutelare luoghi da sempre ritenuti sacri in più di una religione e situati sia sopra che soprattutto sotto la superficie terrestre, oltre a ben tre (3) entità all’apparenza sovrannaturali, delle quali non sono spiegate sufficientemente a fondo (speriamo lo siano in seguito) l’origine e la ragion d’essere. E che sembra risalgano, e qui l’autore non è andato proprio per il sottile, alla nascita stessa dell’uomo e a probabili influenze extraterrestri che ne sono state compartecipi.
Va be’, al di là che il romanzo ti lascia con una marea di domande e zero risposte, in fin dei conti è una lettura piacevole che suscita la curiosità irrisolta di sapere come andrà a finire. Vedremo in futuro come proseguirà questo tuffo nell’esoterico che, come sembra sia una prassi ormai consolidata per Maurizio De Giovanni, è frutto delle idee e del lavoro di un intero pool di persone, almeno una decina, che hanno collaborato con lo scrittore nel mettere a punto quest’opera.
Un appunto tecnico invece si può fare quando l’autore afferma che Napoli poggia su un unico mare sconfinato e ribollente di magma sempre sul punto di emergere in superficie, dai Campi Flegrei al Vesuvio. Questo oceano di magma nella realtà è separato: i Campi Flegrei hanno un proprio bacino magmatico e il Vesuvio un altro, sono due vulcani distinti.
Invece il fatto che prima o poi il magma emergerà in superficie… su questo no, su questo non ci piove.
Il Lettore 

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