Il nuovo filone a cui ha dato
vita Maurizio De Giovanni è del
tutto diverso dai precedenti. Non vi si parla di polizia, né ai tempi nostri né
tantomeno ai tempi del fascismo, né si parla di partite di pallone. E che cosa
c’è a Napoli di interessante oltre
ai fatti criminali e al calcio?
Ma il Vesuvio, naturalmente.
La geologia di Napoli assume un ruolo rilevante in questo romanzo che
a quanto pare dovrebbe essere la prima uscita di una serie sia letteraria che
televisiva. Questo ciò che ho scoperto quando sono andato a informarmi, ma
anche solamente leggendo il romanzo si capisce subito che deve per forza
esserci un seguito, perché la vicenda non solo non finisce, ma lascia tutti gli
interrogativi in sospeso facendoti sentire alla fine come una pera cotta. E
adesso che succede? E questo chi è? E quest’altro che fine fa?
Niente, il buon Maurizio ti
crea un mucchio di curiosità e non te ne risolve una. Ti costringe ad aspettare
come minimo una seconda puntata. E speriamo che quest’ultima esca prima della serie televisiva.
In compenso la scrittura è buona come quella alla quale ci ha
abituato, con frequenti incursioni nel narrare in prima persona in pagine che
al primo impatto non riesci a distinguere se siano riflessioni, monologhi o
dialoghi, né tantomeno capisci chi è che sta parlando.
Alcune cose si comprendono
andando avanti, altre si ipotizzano, altre ancora boh?, non si riesce proprio a
capire dove voglia andare a parare.
Al di là dei quattro
principali protagonisti “normali”, questa volta De Giovanni ha tirato in ballo
anche I Guardiani, esseri
praticamente immortali incaricati di sorvegliare e tutelare luoghi da sempre
ritenuti sacri in più di una religione e situati sia sopra che soprattutto
sotto la superficie terrestre, oltre a ben tre
(3) entità all’apparenza sovrannaturali,
delle quali non sono spiegate sufficientemente a fondo (speriamo lo siano in
seguito) l’origine e la ragion d’essere. E che sembra risalgano, e qui l’autore
non è andato proprio per il sottile, alla nascita stessa dell’uomo e a probabili influenze
extraterrestri che ne sono state compartecipi.
Va be’, al di là che il
romanzo ti lascia con una marea di domande e zero risposte, in fin dei conti è una lettura piacevole che suscita
la curiosità irrisolta di sapere
come andrà a finire. Vedremo in futuro come proseguirà questo tuffo
nell’esoterico che, come sembra sia una prassi ormai consolidata per Maurizio De Giovanni, è frutto delle
idee e del lavoro di un intero pool
di persone, almeno una decina, che hanno collaborato con lo scrittore nel
mettere a punto quest’opera.
Un appunto tecnico invece si può fare quando
l’autore afferma che Napoli poggia su un unico mare sconfinato e ribollente di magma sempre sul punto di emergere in
superficie, dai Campi Flegrei al Vesuvio. Questo oceano di magma nella realtà è
separato: i Campi Flegrei hanno un proprio bacino magmatico e il Vesuvio un
altro, sono due vulcani distinti.
Invece il fatto che prima o
poi il magma emergerà in superficie…
su questo no, su questo non ci piove.
Il Lettore
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