martedì 25 ottobre 2016

Atti osceni in luogo privato

Con questo post mi auguro di dare un po’ di soddisfazione a coloro che mi criticano di non dare abbastanza risalto a libri dal contenuto erotico.
In realtà, pur avendolo sentito nominare e proprio pensando, come molti, che Atti osceni in luogo privato appartenesse alla schiera di romanzi erotici, non mi era venuta alcuna voglia particolare di documentarmi fino a quando un’amica, una delle poche il cui giudizio è da tenere in considerazione, mi ha chiesto di leggerlo per sapere cosa ne pensassi io.




In effetti nel romanzo di Marco Missiroli, che ha vinto il Premio Mondello 2015 e ha ottenuto anche altri riconoscimenti, c’è anche parecchio sesso, attraverso il quale l’autore racconta in prima persona il processo di formazione del protagonista Libero Mansell dall’inizio della sua adolescenza fino a quando diventerà padre.
Un sesso fatto dapprima di onanismo forsennato a partire dall’episodio scioccante in cui al dodicenne Libero capita di vedere la propria madre intenta nell’elargire un servizietto orale a colui che all’epoca era solo un amante e che poi diventerà un personaggio importante del romanzo, e in seguito costituito dai primi timidi tentativi di approccio con l’altra metà del cielo attraverso i quali passano tutti gli adolescenti per poi passare ai rapporti veri e propri con sconfinamenti nelle perversioni. Ma parlando del suo modo di approcciarsi al sesso Missiroli racconta il diventare adulto del giovane Libero insieme ai suoi rapporti con tutte le persone che gli stanno intorno, dai genitori alle donne agli amici ai mentori, e ognuno di essi è tratteggiato dall’autore con precisione e consistenza.
Oltre che dal protagonista il romanzo è costituito anche da molti gregari dallo spessore ben definito, a partire dalla madre stessa che nonostante il tradimento iniziale finisce con il mostrare una dignità sopra le righe e un animo pieno di amore; dal padre che acquista sempre più rilevanza con il procedere del romanzo nonostante muoia presto e via via anche da molti altri descritti con cura.
Un romanzo che è riuscito anche a commuovermi nelle scene della morte e del ricordo del padre stesso o quando la folla di persone si raduna al Café Deux Magots dopo aver saputo della morte di Jean-Paul Sartre, il personaggio forse più importante che a Libero capita di conoscere nel bar che il padre era solito frequentare.
Perché al romanzo fanno da corollario una schiera di autori e di romanzi che accompagnano l’adolescente nel suo trasferimento verso l’età adulta: da Lo Straniero di Albert Camus a Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati; William Faulkner, Raymond Carver, tutti scrittori che Missiroli ti fa venire voglia di leggere se non l’hai già fatto, e ogni opera viene allacciata a un momento e a uno stato d’animo particolari del viaggio del ragazzo.
Dicevo quindi che nel libro il sesso c’è, ma non è questo la cosa importante: si capisce ben presto che l’atmosfera non è quella di un romanzo erotico; leggendo sei preso subito dai “normali” accadimenti di una vita in evoluzione e, anche se proseguendo non ci sono colpi di scena sensazionali, sia lo stile che la ricercatezza con cui Missiroli ha costruito parole e periodi ― si sente, che ha bazzicato la Holden… ― ti fanno apprezzare il romanzo fino in fondo.
Lasciandoti con la voglia di leggere quelli tra i romanzi citati che ancora non ti sono passati per le mani.
Il Lettore 

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