Con questo post mi auguro di
dare un po’ di soddisfazione a
coloro che mi criticano di non dare abbastanza risalto a libri dal contenuto erotico.
In realtà, pur avendolo
sentito nominare e proprio pensando, come molti, che Atti osceni in luogo privato appartenesse alla schiera di romanzi
erotici, non mi era venuta alcuna voglia particolare di documentarmi fino a
quando un’amica, una delle poche il
cui giudizio è da tenere in considerazione, mi ha chiesto di leggerlo per sapere
cosa ne pensassi io.
In effetti nel romanzo di Marco Missiroli, che ha vinto il Premio Mondello 2015 e ha ottenuto
anche altri riconoscimenti, c’è anche parecchio sesso, attraverso il quale l’autore racconta in prima persona il
processo di formazione del
protagonista Libero Mansell
dall’inizio della sua adolescenza fino a quando diventerà padre.
Un sesso fatto dapprima di onanismo forsennato a partire
dall’episodio scioccante in cui al dodicenne Libero capita di vedere la propria
madre intenta nell’elargire un servizietto
orale a colui che all’epoca era solo un amante e che poi diventerà un
personaggio importante del romanzo, e in seguito costituito dai primi timidi
tentativi di approccio con l’altra metà del cielo attraverso i quali passano
tutti gli adolescenti per poi passare ai rapporti veri e propri con
sconfinamenti nelle perversioni. Ma parlando del suo modo di approcciarsi al
sesso Missiroli racconta il diventare adulto
del giovane Libero insieme ai suoi rapporti con tutte le persone che gli stanno
intorno, dai genitori alle donne agli amici ai mentori, e ognuno di essi è
tratteggiato dall’autore con precisione e consistenza.
Oltre che dal protagonista il
romanzo è costituito anche da molti gregari dallo spessore ben definito, a
partire dalla madre stessa che
nonostante il tradimento iniziale finisce con il mostrare una dignità sopra le
righe e un animo pieno di amore; dal padre
che acquista sempre più rilevanza con il procedere del romanzo nonostante muoia
presto e via via anche da molti altri descritti con cura.
Un romanzo che è riuscito
anche a commuovermi nelle scene della morte e del ricordo del padre stesso o
quando la folla di persone si raduna al Café Deux Magots dopo aver saputo della
morte di Jean-Paul Sartre, il
personaggio forse più importante che a Libero capita di conoscere nel bar che
il padre era solito frequentare.
Perché al romanzo fanno da
corollario una schiera di autori e di romanzi che accompagnano l’adolescente
nel suo trasferimento verso l’età adulta: da Lo Straniero di Albert Camus
a Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati; William Faulkner, Raymond
Carver, tutti scrittori che Missiroli ti fa venire voglia di leggere se non
l’hai già fatto, e ogni opera viene allacciata a un momento e a uno stato
d’animo particolari del viaggio del ragazzo.
Dicevo quindi che nel libro
il sesso c’è, ma non è questo la
cosa importante: si capisce ben presto che l’atmosfera non è quella di un
romanzo erotico; leggendo sei preso subito dai “normali” accadimenti di una
vita in evoluzione e, anche se proseguendo non ci sono colpi di scena
sensazionali, sia lo stile che la ricercatezza con cui Missiroli ha costruito
parole e periodi ― si sente, che ha bazzicato la Holden… ― ti fanno apprezzare
il romanzo fino in fondo.
Lasciandoti con la voglia di
leggere quelli tra i romanzi citati che ancora non ti sono passati per le mani.
Il Lettore
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