lunedì 2 dicembre 2013

L’uomo che fissa le capre

Di solito, quando di un libro ne fanno un film, io preferisco leggere il libro.

Questo di Jon Ronson, letto impulsivamente sull’onda della pubblicità intessuta intorno al film interpretato tra gli altri da Kevin Spacey, George Clooney e Jeff Bridges, è stata sì una lettura interessante, ma fondamentalmente noiosa a dispetto dell’intenzione comica.


Dai tempi dei tempi i comandanti di quasi tutti gli eserciti della storia, da Cesare a Hitler, dall’URSS agli USA, si sono interessati al paranormale per poter trovare quell’arma in più che riuscisse a sconfiggere i propri nemici.
Jon Ronson imbastisce un resoconto giornalistico dei tentativi portati avanti da US Army e CIA negli ultimi decenni per cercare quest’arma, investendo milioni di dollari sulle convinzioni di alcuni alti ufficiali che si riuscisse ad uccidere una capra solamente guardandola o si potessero attraversare i muri come niente (di quest’ultima ipotesi c’è anche la spiegazione scientifica: un qualsiasi corpo, come un muro o una persona, è costituito da atomi, che a loro volta sono costituiti per lo più da spazio vuoto. Basta quindi che sintonizziate psichicamente gli spazi vuoti degli atomi del vostro corpo con gli spazi vuoti degli atomi del muro e, una volta fatto ciò, se vi lanciaste a testa bassa contro il muro dovreste attraversarlo come se non ci fosse. Dovreste. Fate voi la prova che io ho un leggero mal di testa).
Conoscendo le assurdità degli americani non è difficile credere come i fatti raccontati possano anche essere del tutto fondati, ma al di là della curiosità suscitata dalle stranezze raccontate, resta il fatto che, dopo un inizio vagamente surreale e moderatamente umoristico, la trattazione si appiattisce e l’autore tenta di risollevarla inserendo episodi agghiaccianti anche se probabilmente basati su fatti reali, ma alla fine non è che ci riesca molto bene.
Non ho visto il film, ma probabilmente siamo in presenza di uno di quei casi in cui quest’ultimo è riuscito migliore del libro da cui è stato tratto.
Il Lettore

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