Era da diverso tempo che
volevo recensire un fumetto di Leonardo
Ortolani, ma non riuscivo a decidermi su quale scegliere. Ho scelto 299 + 1 perché dopo lungo ponderare è risultata a parer mio la
miglior opera del fumettista toscano .
Un
gioiellino, così come 300, la graphic novel di Frank
Miller dalla quale è stata tratta questa parodia (ed entrambe sono
affiancate sullo stesso ripiano della mia libreria).
Per
chi non l’avesse letta e
per coloro che non avessero visto il film che ne è stato tratto, 300 è la rivisitazione da parte di Frank Miller della battaglia delle Termopili e degli atti di eroismo di Leonida e dei suoi Spartani. Una storia epica, splendidamente realizzata dall’artista
statunitense con l’aiuto di Lynn Varley
che ne ha inchiostrato superlativamente le
tavole, uscita in volume nel 1999.
Quando, dopo esserne
rimasto affascinato, Leo Ortolani ha
deciso di trarne una parodia, ha inserito come protagonista il suo Ratman nei panni di Skrotos, fratello di Leonida, facendogli assumere il ruolo
di traditore che nell’originale era assegnato al gobbo Efialte.
L’opera è uscita dapprima
in due numeri di Ratman Collection
nel 2007, ma visto l’immediato successo ottenuto (al Lucca Comics and Games, nutriti gruppi di fans di Ortolani intonavano in coro il grido di guerra dei soldati
spartani nel fumetto – A-HU! A-HU! A-HU!
– ad ogni passaggio di Leonardo. Forse per questo se ne è tornato a Parma alla
svelta…), è stata poi ristampata in un volume cartonato pubblicato nel 2011. Volume
gigante formato orizzontale, scomodissimo per riporlo sullo scaffale e
leggibile solo aperto su un tavolo, ma che costituisce un punto di forza in
ogni libreria degna di questo nome.
Leo Ortolani è un
fumettista fai-da-te, cioè diventato famoso solo grazie ai suoi personaggi, in
particolare quel Ratman che grazie
all’umorismo graffiante ha conquistato giovani e meno giovani e che è arrivato
al centesimo numero di albi pubblicati solo nella serie normale. Da alcuni Leo
viene considerato un genio della risata, per la serie incessante di battute
fulminanti, gag, freddure e goliardate con cui infarcisce le sue storie, anche di
quelle che possono capire solamente i geologi (razza strana i geologi: chi fa
il fumettista, chi l’editore, chi il giornalista… ma in fondo sono simpatici...
quasi tutti).
Lo Skrotos dall’aspetto di Ratman
non si smentisce e in 299 + 1 sforna
battute esilaranti una dopo l’altra:
“A Sparta, quando una donna incinta sale su un autobus, la fanno guidare.”
“–
Sei debole, gracile e deforme… gli anziani non ti hanno gettato dalla rupe? –
Tre volte!”
“A
scuola ci insegnano che morire per Sparta è la cosa più gloriosa che ci possa
accadere. Ma io quel giorno ero assente.”
Ora basta, altrimenti vi
tolgo il gusto di leggerle. C’è solo l’imbarazzo della scelta, si ride ad ogni
pagina e si gustano allo stesso modo sia la sceneggiatura che l’impaginazione
che i colori pastello che ricalcano quelli di Varley e del film.
Un’opera che si avvicina al
capolavoro, che ho riletto almeno 7-8 volte ridendo ogni volta alle battute, e
che ti spiazza proprio nel finale, dove invece assume in pieno i contorni
dell’epicità concedendo un’apertura al serio e al profondo.
Da leggere assolutamente.
Il Lettore
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