Leggere il Contrappunto del tabacco e dello zucchero
mi ha instillato una prepotente voglia di rigustarmi per l’ennesima volta il
saggio di Carlo M. Cipolla (la M.
del nome non significa nulla, è solo un’aggiunta del Cipolla per distinguersi
da altri ricercatori omonimi), uno di quei libricini il cui valore è
inversamente proporzionale allo spazio che occupano sullo scaffale.
Allegro
ma non troppo è uno di
quei gioiellini assolutamente indispensabili in ogni libreria, da riprendere in
mano ciclicamente per ricordare a noi stessi come la stupidità umana sia una
delle più grandi tragedie di ogni epoca.
Carlo
Cipolla, uno studioso
specializzato in storia dell’economia deceduto nel 2000, ha insegnato in Italia
e negli Stati Uniti e, forse per depurarsi del rigore e della serietà che
caratterizzavano i suoi studi, ha redatto questo breve doppio saggio che è
stato subito considerato una perla: intelligentemente ironico, divertente e
capace di far riflettere.
Nella prima trattazione,
dal titolo Il ruolo delle spezie (e del
pepe in particolare) nello sviluppo economico del Medioevo, Cipolla
ripercorre la storia dei secoli bui imperniando il comportamento dei governi e
delle società tutte sul soddisfacimento del bisogno di pepe, trasformandola in
una sottile ma spassosa parodia storica. Ed è un peccato che questa parodia
l’abbia interrotta alla fine del Medioevo, sarebbe stato interessante vederla
protratta fino ai giorni nostri.
Ma è il secondo saggio che
lascia ancora più sorpresi e con la bocca increspata in un continuo sorriso: in
Le leggi fondamentali della stupidità
umana l’autore riversa le sue conoscenze scientifiche nel dipingere
comicamente una scherzosa teoria generale sulla stupidità dalla quale emerge
come questa purtroppo sia impossibile da sradicare.
Come è successo con Le tre leggi della robotica di Isaac Asimov, Le cinque leggi fondamentali
della stupidità umana elaborate da Cipolla sono state riconosciute ben
presto come dotate di un valore universale e chiunque scriva sull’argomento non
può fare a meno di riferirsi ad esse.
Le cinque leggi fondamentali della
stupidità umana di Carlo
M. Cipolla:
1.
Sempre e inevitabilmente ognuno di noi
sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
2.
La probabilità che una certa persona sia
stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.
3. Una persona stupida è una persona che
causa un danno ad un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo
realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita.
4.
Le persone non stupide sottovalutano
sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi
dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, ed in qualunque
circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra
infallibilmente un costosissimo errore.
5.
La persona stupida è il tipo di persona
più pericoloso che esista. Corollario:
Lo stupido è più pericoloso del bandito.
L’autore disegna inoltre un
grafico con il quale suddivide l’umanità in quattro categorie (intelligenti,
sprovveduti, banditi e stupidi) basate sulle conseguenze delle proprie azioni,
dimostrando con valide e spassose argomentazioni l’esattezza della sua quinta
legge.
Una
lettura veloce, divertente e intelligentemente didattica, da non farsela
mancare nella collezione di casa.
Il Lettore
Solo cercando su Google "storico italiano scomparso nel 2000" ...
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