Con persone intelligenti fa sempre piacere
confrontarsi anche quando le opinioni non sono concordanti.
Dopo uno scambio piuttosto
acceso vertente sui rispettivi gusti per quello che riguarda il fumetto, o meglio, dopo essere stato
rimproverato (io) per aver trattato male su questo blog alcuni autori non del tutto meritevoli (secondo lui) di essere
stroncati, la discussione si è fatta più costruttiva
e ho chiesto al mio antagonista se poteva consigliarmi qualcosa di buono da
leggere.
Bouncer lo conosci? Mi ha chiesto.
Il fatto che sul Ferro si possa sempre contare è una
certezza assoluta.
La saga di Bouncer è una creazione del poliedrico
artista cileno Alejandro Jodorowsky
(testo e sceneggiature) e del disegnatore francese Francoise Boucq.
Anche se Jodorowsky è forse
più famoso come regista per aver creato film
diventati dei cult movies, come El topo o La montagna sacra, anche nel mondo del fumetto il suo nome rientra nella cerchia degli autori più
conosciuti e stimati per aver dato vita a opere basilari come L’Incal, insieme al mitico Moebius, o La casta dei Meta-Baroni, nella quale il disegno era opera di Juan Jimenez.
Dalla fantascienza al Western: lasciando per un momento il
suo consueto mondo visionario e surreale, stavolta Jodorowsky ha deciso di
cimentarsi con il mondo dei cowboys e
con la crudezza della realtà.
Se Tex Willer è il prototipo dell’eroe positivo e invincibile (e per
questi motivi è uno degli albi italiani più venduti di sempre), in Bouncer si riscontra il rovescio della
medaglia: un Far West estremamente
violento e iniquo, nel quale si uccide per un nonnulla.
Il protagonista della saga è
il buttafuori di un saloon (da qui il
titolo: Bouncer), un uomo dal
tragico passato familiare (grazie al quale si ritrova monco del braccio destro),
al quale capitano le più svariate avventure con un trait d’union comune: la crudezza.
Se Tex uccide solo i cattivi,
nel mondo di Bouncer non è
sufficiente essere una donna o un bambino per essere risparmiato. Tutti possono
finire morti ammazzati nel modo più truce: bimbi, madri, anche i tipi buoni che
lo sceneggiatore ti ha fatto diventare simpatici. Un fumetto violento con una
scelta di immagini crude ed esplicite montate in una sequenza regolare che
lascia poco all’immaginazione. L’individuazione delle inquadrature per
raccontare le storie è ben scelta in modo da non permettere fraintendimenti, e
i colpi di scena sono ben architettati. Nonostante la mutilazione Bouncer
riesce a combattere e a sparare benissimo, e i personaggi che gli fanno da
contorno, di solito estremamente inquietanti, sembra che siano usciti pari pari
dai film di Jodorowsky: in genere negativi, violenti, assassini, perfidi,
segnati in qualche modo nel fisico e dalla vita.
Il disegno di Francoise Boucq è chiaro e molto realistico,
permette una caratterizzazione precisa e inequivocabile dei personaggi e ha
molta cura dei dettagli oltre che degli splendidi sfondi nella rappresentazione
dei paesaggi della frontiera americana.
La saga di Bouncer è stata pubblicata dal 2002 al 2013.
Anche se estremamente violenta e con scene decisamente splatter, l’ho trovata interessante e piacevole da leggere e non mi
ha fatto rimpiangere il mio Tex preferito.
E una volta tanto i disegni l’ho
apprezzati.
Il Lettore
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