Quando si hanno disponibili tutti i romanzi del ciclo
dell’ispettore Lynley in formato elettronico è difficile non metterci mano a
ripetizione. Stavolta ― della serie non so resistere alle tentazioni ― mi sono
lasciato trascinare e ho aperto questo secondo
romanzo di Elizabeth George a breve
distanza da quello di pochi giorni fa.
Uffa! Direte, e avreste anche
ragione. Ma come al solito il blog è il mio e me lo gestisco io, e la scaletta
delle pubblicazioni non è affatto preordinata: al momento non so nemmeno io
quale sarà il prossimo libro che leggerò (forse ancora la George? Scherzo…) .
In questa seconda avventura
(1989) Thomas Lynley e i suoi
colleghi si trovano a dover indagare sull’omicidio di una scrittrice avvenuto nel corso del reading di una sua opera teatrale in una nobile dimora scozzese.
Un giallo in stile classico,
un po’ sulla scia del “mistero della camera chiusa”: il morto è chiuso a doppia
mandata nella sua camera e a quanto pare nessuno ne ha prese le chiavi. Ma nel
corso delle indagini si scopre che tutti
avevano una qualche ragione per ammazzare la donna, compresi i parenti stretti.
I sospetti così cadono via via su un po’ tutti i personaggi coinvolti fino a
che non verrà individuato il vero responsabile. Stavolta però non per merito di
Lynley, a cui la George fa prendere una bella cantonata, ma soprattutto per l’ostinazione
di Barbara Havers.
Va bene, basta così, altrimenti
vi tedio troppo. Comunque anche questo un buon giallo, ben costruito, con
personaggi descritti minuziosamente e le solite ambientazioni particolareggiate
della scrittrice americana. Lynley non ne emerge molto bene, ma forse la George
ha voluto ricondurre il personaggio a una dimensione più terra terra.
Il Lettore
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