lunedì 3 febbraio 2014

Odessa

Già che la gente non leggeva molto in periodi normali, in questo momento di crisi si legge ancora di meno e tantomeno si comprano libri, e molte piccole case editrici, anche conosciute, stanno rischiando veramente di andare a gambe per aria.

Una di queste è la Liaison, storica casa editrice posizionata alle falde del Monte Bianco che nel corso della propria carriera ha pubblicato soprattutto libri sulla montagna, ma sempre contraddistinti da una qualità sia letteraria che formale sopra la media. Uno degli scrittori della Liaison è il letterato/giornalista Enrico Martinet, l’autore di questo Odessa.


Lo stile che Martinet non può utilizzare nei suoi articoli lo riversa tutto nei suoi romanzi, dando sfogo ad una ricerca letteraria in cui il formalismo soppianta la narrativa.
Odessa è una storia non facile, destinata ad un lettore che ama lo stile lento e riflessivo, sia pure steso con un ritmo rapido composto di frasi brevi e sincopate nelle quali hanno ampio spazio  le descrizioni delle luci e dei colori di una città che appare misteriosa come i suoi frequentatori. Lo stesso sottotitolo è sibillino: “La città senza”.
È una storia enigmatica, dalla ricerca stilistica esasperata in cui  le interrelazioni tra i protagonisti sono ambigue, fumose e non risolte. Sicuramente Martinet si è divertito molto a scriverla, attingendo a profonde conoscenze lessicali e psicologiche, ma questo suo divertimento va a scapito della soddisfazione del lettore pratico, colui che ama le situazioni chiare. Nel romanzo restano molte cose non esplicate, situazioni e comportamenti non chiariti, quasi che all’autore fosse interessato di più il “come” scrivere un romanzo che il “cosa” scrivere. O per lo meno che quel “cosa” avesse alla fine un senso per il lettore. Mentre finivo di leggerlo l’ho considerato una sorta di esperimento, di gioco che l’autore ha compiuto con se stesso. E ci sta anche questo.
Non è un libro che si legge facilmente, con divertimento: è un romanzo da meditazione, leggendo il quale vanno assaporate le singole frasi più che le storie, le immagini più della coerenza.
Il Lettore

Nessun commento:

Posta un commento