Un altro libro che ho preso
da mia nipote è questo Il baco da seta,
che non è un manuale sull’allevamento di vermiciattoli ma la seconda puntata
delle avventure di Cormoran Strike,
l’investigatore ideato dalla creatrice di Harry
Potter sotto lo pseudonimo di Robert
Galbraith (per la prima puntata vedi qui).
J.
K. Rowling è una manna per
chi dovesse soffrire di insonnia.
Per questa seconda avventura
del detective senza una gamba la
Rowling scomoda l’ambiente letterario: Strike
viene chiamato a indagare sulla sparizione di uno scrittore e ben presto le sue
si trasformano in indagini per un omicidio.
Se ciò fosse possibile,
questo romanzo è ancora più lento del primo. Ancora una volta la Rowling non
risparmia la sua logorrea cercando di ritardare il più possibile il momento
della rivelazione dell’assassino. Con infiniti interrogatori, la discesa in
campo di personaggi nuovi, il ritrovamento di personaggi vecchi, qualsiasi
scusa è buona per allungare il brodo
e rendere interminabile questo libro. Oltre alla vicenda cervellotica e
francamente poco credibile.
In effetti mi ero aspettato
di meglio. Forse il mondo delle case editrici inglesi e delle persone che
girano loro intorno, dagli impiegati ai proprietari agli editors era troppo stuzzicante per quella di loro che si trova all’apice di questo mondo.
Il criticato romanzo che si
trova al centro della vicenda, Bombyx
Mori, è un libercolo scandalistico in cui il suo autore, Owen Quine, usa un linguaggio scurrile
e dà contro a tutti, agenti letterari, editori e romanzieri rivali. E
chiaramente per questo motivo di gente che avrebbe voluto vederlo morto ce n’è parecchia. Ma la Rowling
la fa troppo lunga prima di arrivare alla soluzione: i protagonisti sono anche
interessanti (il detective e la sua
assistente, quelli delle case editrici molto meno), ma non bastano per poterlo
promuovere del tutto.
Il Lettore
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