Dico subito che questo non è un libro per tutti, quindi se la
musica vi interessa poco o cercate consigli su qualcosa di facile e distensivo,
cambiate pure canale.
E anche per me, soprattutto
in questo periodo di super impegni, il leggerlo, o meglio, il provare a leggerlo non è stato il
massimo: non è per niente facile entrare nella mente di un genio e riuscire a
capire il modo in cui la pensa, oltre al fatto che le sue conoscenze sull’argomento
in cui era esperto erano e sono infinitamente superiori alle mie.
Glenn
Gould è stato riconosciuto
come uno dei più grandi pianisti mai esistiti. Un genio rivelatosi fin da giovanissimo, e che arrivato ad essere
giovane ha piantato improvvisamente baracca e burattini interrompendo quella
che era una carriera concertistica strabiliante e si è ritirato in se stesso
dedicandosi alla ricerca della perfezione nell’interpretazione per le
produzioni discografiche. In questo L’ala
del turbine intelligente sono raccolti gli articoli che ha pubblicato nel
corso degli anni, nei quali ha infuso la sua visione particolare, a volte stravagante
e a volte ironica, di tutta la musica che si è succeduta nel corso dei secoli.
Già lo splendido titolo, che
è la citazione di un verso della poesia Il
vino degli amanti scritta da Charles
Baudelaire (… cullati così dolcemente
/ sull’ala del turbine intelligente / in un delirio parallelo, …), lascia
presagire come l’autore degli scritti intraveda orizzonti che sono celati ai
più, ai quali potrà accedere solo una mente situata al di fuori degli schemi
normali.
A volte la lettura è piacevole, condita da un’ironia che
trae spunto anche da campi al di fuori dell’universo musicale come ad esempio
quando cita i Peanuts, ma spesso il riuscire a comprendere ciò che sta
illustrando è davvero ostico, come
quando ti trovi davanti uno spartito di Schoenberg in cui: “…in questo passaggio tematico di una serie di dieci note in cui
l’ultima è l’equivalente enarmonico della prima…”, lì devi: primo, saper
leggere uno spartito (e fin qui ci saremmo…); secondo, conoscere il significato
dei termini tecnici; terzo, saper interpretare il concetto; quarto, riconoscere
che tu non avresti mai saputo
pensare qualcosa di lontanamente simile.
Tutto questo per dire che
alcuni articoli me li sono gustati, mentre altri mi sono risultati talmente
incomprensibili (Das Marienleben –
l’opera chiave della parabola creativa di Hindemith, tanto per fare un
esempio…) che ho dovuto rinunciarci dopo essermi accorto di non riuscire a
capire nemmeno una frase di senso compiuto.
Tenuto conto che quando vado
a letto la sera crollo immediatamente, forse sarà meglio che nei prossimi
giorni mi dedichi alla lettura di qualcosa di molto più leggero, che ne so, Paperino… Tex Willer…
Il Lettore musicofilo (quando
ci arriva…)
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